È ufficialmente iniziato il conto alla rovescia per l’ultima tornata delle elezioni regionali 2025. Tra meno di due settimane, i posti vacanti nelle sette regioni che quest’anno sono andate al voto saranno finalmente tutti assegnati. All’appello mancano solo tre regioni: Campania, Puglia e Veneto. Per loro le urne si apriranno il 23 e il 24 novembre: attesi più di 10 milioni di votanti in tutto. Per le due principali coalizioni, il risultato più probabile al momento sembra essere un pareggio. Se, come previsto, Campania e Puglia dovessero andare al centrosinistra e il Veneto al centrodestra, la partita si chiuderebbe con un 3 a 3. Le Marche e la Calabria, infatti, hanno già riconfermato i candidati del centrodestra, mentre la Toscana ha premiato nuovamente il centrosinistra.
Per il Veneto e la Puglia, la partita delle regionali sembra essere già scritta. Nella regione del Nord Italia, infatti, il nome del futuro presidente appare scontato: quello di Alberto Stefani, candidato di centrodestra. La vera sfida, questa volta, non riguarda tanto il risultato finale, quindi, ma le percentuali. Per confermare il proprio radicamento sul territorio, il centrodestra punta a superare la soglia del 60%. In Veneto, però, la battaglia più interessante si gioca all’interno della coalizione. Non tanto contro un avversario dato già per sconfitto, quanto tra le due forze di maggior peso nella regione: Lega e Fratelli d’Italia. Il fattore decisivo sarà Luca Zaia, l’ex presidente uscente che abbraccia da sempre la bandiera della Lega. Lui, che in passato ha toccato percentuali ben oltre il 60%, non si presenterà con una lista personale, ma sarà capolista in tutte le circoscrizioni del Carroccio. Proprio puntando sulla sua popolarità, il partito di Salvini spera di confermarsi forza trainante nella regione.
Anche in Puglia il risultato sembra tutt’altro che incerto. Con alte probabilità, a guidare la regione per i prossimi cinque anni sarà Antonio Decaro, candidato della coalizione progressista, confermando alla regione un governo di sinistra, che si protrae da oltre 20 anni. Secondo i sondaggi, Decaro si attesterebbe intorno al 60%, mentre il suo principale sfidante, Luigi Lobuono, resterebbe poco sotto al 40%.
In mezzo a questa apparente certezza, c’è però un partito che rischia di restare fuori dalla giunta: Alleanza Verdi e Sinistra. Per superare la soglia di sbarramento del 4%, torna in campo Nicola Vendola, l’ex presidente della Puglia dal 2005 al 2015.
Mentre nelle altre due regioni l’esito delle elezioni sembra già scritto, la battaglia più combattuta sarà quella che si giocherà in Campania. A contendersi la carica di Presidente della Regione ci sono Roberto Fico, candidato del campo largo progressista, ed Edmondo Cirielli, esponente della coalizione di centrodestra.
Secondo i pronostici, in testa risulta al momento il candidato del Movimento 5 Stelle, con un vantaggio che però non appare incolmabile per il centrodestra: i sondaggi, pur variando, indicano un distacco medio del 10% circa.
I due candidati non saranno solo sul campo. In corsa Giuliano Granato, Nicola Campanile, Stefano Bandecchi e Carlo Arnese, che però partono con minori possibilità di competere per la vittoria.
Anche per la Campania, a giocare un ruolo cruciale sarà il Presidente uscente.
Il “fattore De Luca”. Se inizialmente i rapporti tra il presidente uscente e la segretaria del PD, Elly Schlein, non erano dei migliori, oggi De Luca è diventato il volto simbolo della coalizione. Il volto sul quale ora si punta tutto per recuperare forza elettorale. Su di lui, infatti, si concentra ora il peso di dover recuperare le possibili perdite di voti verso il Movimento 5 Stelle.
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