12.11.2025
12 Street, Rome City, Italy
Economy

Concessioni autostradali, il ruolo cruciale delle gare


L’Italia si prepara al valzer del rinnovo delle concessioni autostradali in scadenza nei prossimi. Su 27 rapporti concessori, il cui concedente è il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), 17 sono in scadenza entro 15 anni (tra cui A22 Autobrennero, A4 Torino-Milano, A4 Brescia-Padova, A33 Asti-Cuneo). Una svolta non privata di rischi. È il Briefing Paper di Serena Sileoni, senior fellow dell’Istituto Bruno Leoni, e di Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell’IBL (“La concorrenza nel settore autostradale. Sviluppo del settore e certezza delle regole”) per analizzare il contesto economico e normativo in cui avverranno i nuovi affidamenti. Un’occasione per sottolineare quanto le modalità di riassegnazione delle concessioni influenzeranno il grado di apertura del mercato e la capacità del sistema di assicurare efficienza, trasparenza e sostenibilità.

I RISCHI
Lo studio ricostruisce l’evoluzione del modello concessorio, dalle origini pubbliche alla progressiva apertura avviata negli anni Novanta, con la separazione dei ruoli di concedente, regolatore e gestore e con l’introduzione del principio di gara come modalità ordinaria di affidamento. Tuttavia, la piena applicazione di questo principio è rimasta parziale: proroghe, rinnovi di fatto e affidamenti diretti hanno limitato la contendibilità delle concessioni, generando un quadro in cui le regole concorrenziali risultano spesso eluse. La Corte di giustizia e la Commissione europea hanno più volte – l’Ue anche recentissimamente — richiamato l’Italia al rispetto delle direttive in materia di appalti e concessioni, sottolineando la necessità di garantire procedure aperte e trasparenti.

In questo quadro, la possibilità introdotta dalla normativa più recente di affidare tratte autostradali tramite l’istituto dell’in-house provision costituisce un elemento di rilievo per gli esperti. Pur essendo previsto dall’ordinamento, tale modalità rappresenta un’eccezione, evidenzia lo studio, rispetto alla regola europea dell’affidamento tramite gara e segna un cambio di paradigma nei modelli di gestione nazionali. E questo perché consentirebbe allo Stato di assumere direttamente la gestione di tratte autostradali a pedaggio, sottraendole alla competizione di mercato. Al contrario, è sottolineato, le riforme concorrenziali nel settore, erano basate sull’idea che l’efficienza e la trasparenza derivano proprio dalla contendibilità periodica delle concessioni. Come viene infatti evidenziato nello stesso studio, «la concorrenza per il mercato, rendendo contendibile periodicamente la titolarità del monopolio naturale, obbliga i concorrenti (incluso il concessionario uscente) a rivelare i propri costi – attraverso la formulazione delle proprie offerte – ea riprodurre quelle stesse pressioni concorrenziali che si realizzano fisiologicamente in un mercato non monopolistico». Qualcosa che incide anche sull’equilibrio economico e sulla ripartizione dei rischi tra pubblico e gestore. Non solista. La creazione di una società controllata dallo Stato (o da una Regione) e l’affidamento a essa di compiti operativi, secondo gli esperti, altera implicitamente la distribuzione dei rischi: se, nella ripartizione logica citata precedentemente, il modello concessorio presuppone che alcuni di essi siano lasciati in capo al privato, la concessione a un operatore pubblico di fatto riporta anche tali rischi sull’ente concedente». Sileoni e Stagnaro richiamano le evidenze, italiane e internazionali, secondo cui l’affidamento tramite gare e la partecipazione di operatori privati ​​favoriscono una più elevata efficienza gestionale, migliori performance infrastrutturali e un uso più razionale delle risorse.


© RIPRODUZIONE RISERVATA


Leave feedback about this

  • Quality
  • Price
  • Service
[an error occurred while processing the directive]