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Commerz, Unicredit al 21%. Per Berlino «un atto ostile», Tajani: «È libero mercato»


Nonostante il primo stop del governo tedesco, Unicredit si è mosso al contrattacco e, «avendo presentato istanza regolamentare per l’acquisizione di una partecipazione superiore al 10% fino al 29,9% di Commerzbank», si è posizionato dal 9% (annunciato martedì 10), al 21% circa.

La quota è stata presa attraverso contratti derivati sull’11,5% circa che non necessitano del via libera del Regulator. Ma poche ore dopo Berlino ha rafforzato la sua opposizione: «E’ un atto ostile», ha spiegato il Cancelliere Olaf Scholz che mette di traverso il governo tedesco. «In Europa c’è il libero mercato. Non capisco perchè quando qualcuno viene ad acquistare in Italia si dice che siamo in un sistema europeo, poi se un italiano acquista non è più mercato unico», ha risposto il vicepremier Antonio Tajani schierandosi a favore delle mosse di Unicredit.

Commerzbank, sale al 21% attraverso un «derivato». È una mossa segnaletica di Orcel su Berlino

Commerz, Unicredit al 21%

E da fonti attendibili, Il Messaggero apprende che il ministro delle Finanze Christian Lindner, ha allo studio un decreto per bloccare le acquisizioni ostili delle banche senza un accordo. Per trasformare il derivato che assicura una partecipazione potenziale e non effettiva, in azioni con pieni diritti anche di voto, la banca di Gae Aulenti dovrà attendere il disco verde di Francoforte e adesso dovrà districarsi con gli ostacoli del governo.

Comunque sia, non si è fatta attendere la reazione dell’ad Andrea Orcel all’improvviso disco rosso di Berlino che giovedì 20 aveva congelato la vendita della quota residua del 12,5%: un dietrofront inspiegabile e alimentato dalle proteste dei sindacati e del management stesso della seconda banca del paese. Ma poche ore dopo, il governo Scholz ha alzato le barricate ed è pronto ad andare oltre. Prima l’esecutivo Spd-Verdi-Liberali ha fatto sapere di sostenere «la strategia di indipendenza di Commerzbank. Abbiamo preso atto delle azioni di UniCredit. Non siamo a favore di un’acquisizione. Lo abbiamo comunicato a UniCredit», è quanto hanno affermato dal ministero delle Finanze tedesco, all’Ansa. Poi l’affondo di Scholtz.

I DUE CONTRATTI

In una nota di ieri si leggeva che Unicredit ha «sottoscritto lunedì 23 strumenti finanziari aventi ad oggetto una partecipazione pari a circa l’11,5% di Commerzbank. Il relativo regolamento in azioni (physical settlement) può avvenire solo subordinatamente all’ottenimento delle relative autorizzazioni». Da fonti attendibili trapela che i contratti sono due: il derivato puro sull’11,5% potenziale e il contratto di copertura rispetto alle oscillazioni di valore dell’ordine di un 15% circa. E si apprende anche che la scadenza dei contratti sarebbe superiore ai tre mesi che è il periodo entro il quale la Vigilanza Bce dovrà esprimersi sulla richiesta di salire al 29,9% tenendo conto di eventuali chiarimenti. Quindi la mossa di Orcel ha un valore segnaletico di pressione sulle Autorità tedesche che allo stato sono contrarie.

L’OPERAZIONE

La copertura sui derivati, è stata fatta per «assicurare piena flessibilità di rimanere a questo livello, cedere la partecipazione, con una copertura in caso di ribassi, o incrementarla ulteriormente, in funzione dell’esito delle interlocuzioni con Commerzbank, i suoi consigli di gestione e di sorveglianza e, più in generale, gli stakeholder in Germania», si legge ancora nella nota. «UniCredit ritiene che ci sia un significativo potenziale di creazione di valore che possa essere estratto in Commerzbank».

Ispirandosi al rapporto della Commissione europea, «UniCredit condivide la convinzione che una forte Unione bancaria in Europa possa svolgere un ruolo cruciale per il successo economico dell’intero continente e di ciascun paese». Inoltre, la nota fa riferimento alla «crescita e competitività del sistema bancario tedesco». Infine Gae Aulenti rivendica che in ognuno dei 12 mercati in cui è presente in Europa, ha dimostrato «di essere un operatore di mercato responsabile, impegnato e serio». In Germania, il gruppo è presente dal 2005 attraverso Hvb, fornendo supporto ai propri dipendenti e servendo i propri clienti con una gamma di prodotti completa e competitiva. Ieri in borsa le Commerzbank hanno perso il 6,12% anche a causa delle barricate di Scholtz, le Unicredit a 36,74 euro (- 3,32%).

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