Vince il Barcellona (4-0). E si sapeva. Troppo forte. Troppo netto il divario. Un altro sport praticamente. E se dalle sconfitte c’è da imparare la Roma la lezione l’ha capita. Alcuni errori non si possono commettere a certi livelli, soprattutto se in qualche momento della partita dai l’impressione di poter anche segnare. Perché un paio di occasioni, prima delle due reti nel secondo tempo che hanno indirizzato definitivamente la contesa del Tre Fontane — soldout, 2.800 presenti — le giallorosse di Luca Rossettini ce le hanno avute. Una con Viens, colossale, una con Pilgrim, la migliore in campo. Cosa rimane? Beh, con questa abnegazione tattica (parliamo di un Roma che ha fatto solamente una partita difensiva) si può anche pensare di andare a fare risultato a Londra contro il Chelsea in Champions League. C’è tempo per pensarci, domenica c’è il campionato — a Napoli — e Rossettini dovrà ancora fare a meno di Giugliano (ne avrà fin dopo la sosta) e Di Guglielmo. Il Barcellona? Una squadra di un livello incredibile, uno spettacolo vero e proprio che non si sono voluti perdere nemmeno Candela, Delvecchio e Sebino Nela, presenti all’impianto dell’Eur.
LE SCELTE
Rossettini fa la mossa prevista, l’unica: 5-4-1, per cercare di limitare i danni. Dentro Oladipo nelle tre centrali, con Thogersen da un lato e Veje dall’altro. Haavi e Pilgrim giocano esterne, mentre Viens è l’unico riferimento offensivo. Il Barcellona invece manda in campo tutto l’artiglieria: Putellas, Bonmati e Paralluelo dal primo minuto. Nel cuore della prima linea, al posto dell’infortunata Pajor c’è Kika Nazareth. Al primo affondo il Barcellona passa: palla dentro l’area piccola, Baldi non esce, il rimpallo premio Brugts (2′) che segna a porta vuota. Il controllo Var passa liscio e le catalane la mettono subito in discesa.
La Roma, comunque, fa la partita che deve fare contro una squadra di aliene: baricentro basso, densità in mezzo al campo, alla ricerca dell’intercetto giusto. Più passa il tempo e più le giallorosse prendono coraggio, tant’è che Pilgrim si esalta con due tunnel a Mapi Leon. La svizzera è in palla e si vede, l’unica che riesce col fisico a recuperare qualche pallone ma soprattutto a tenerlo lontano dalla propria area. Certo, se contro questa squadra fai anche regali allora tutto si potrebbe complicare. E l’errore lo commette Heatley, che sbaglia un passaggio all’indietro e il cross arriva a Paralluelo che chiama al miracolo Baldi. La Roma? La Roma c’è, e alla fine del primo tempo va vicinissima al pareggio con Viens che si fa 60 metri di campo palla al piede — la difesa del Barcellona «difende» altissima — ma sbaglia davanti a Cata Coll, poco lucida.
SBAGLIA PUTELLAS
La chiamata Var a inizio ripresa — fallo di Heatley su Kika Nazareth, Martincic (la stessa del rigore contro l’Italia nella semifinale dell’Europeo) molto fiscale — manda Putellas, due volte pallone d’oro, dagli undici metri. La spagnola però decide di fare il cucchiaio (a Roma c’è uno che lo sapeva fare) e manda alto sopra la traversa. Poteva essere il colpo del ko, e invece la Roma rimane in partita e ha un’altra occasione: questa volta se la costruisce Pilgrim, sul lancio di Greggi, che arriva pure a concludere ma manda sull’esterno della rete. Gol sbagliato — mezzo — gol subito. Altro errore di Heatley che sbaglia l’intervento, la sfera arriva a Kika Nazareth al limite (57′) che spara di prima intenzione fullminando Baldi. Quando la serata inizia male può finire solamente peggio. Purtroppo è così per Heatley che abbatte Hansen e Putellas ha l’occasione l’occasione per rifarsi: stavolta la numero 11 del Barcellona angola perfettamente. E poi esce anche tra gli applausi del pubblico romanista. Al 90′ poi, Hansen chiude il poker.
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