«Roma, sogno di restare a vita. Nazionale? No grazie, mi sento argentino. Cantare l’inno di Mameli sarebbe strano»
Mati entra nella sala interviste, è in leggero ritardo, sorride, nonostante le fatiche a cui Gasp sottopone la squadra. Ha la faccia pulita, gli orecchini gli regalano un aspetto maturo. Più da duro. Ora Soulé a Trigoria non è più uno dei tanti, ma uno dei pochi. E la differenza è enorme. Sorride perché questo

