18.05.2025
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Economy

Bollette, aumenti oltre il 12% sui nuovi contratti. Ma le famiglie temono il cambio e spesso ignorano l’offerta migliore


Quasi un quarto della spesa annua delle famiglie italiane, precisamente il 23%, se ne va in bollette, e cresce l’incidenza delle spese obbligate sui bilanci familiari con effetti deleteri sui consumi in altri comparti. A scattare l’ultima fotografia è l’associazione dei consumatori Consumerismo No Profit, che chiede a gran voce al governo di accelerare l’iter di approvazione di quelle proposte di legge presentate per aiutare i cittadini a risparmiare nella spesa per le “utilities”. In realtà Consumerismo si riferisce alle bollette in generale, tra luce, gas, acqua, rifiuti, telefonia e altro, ma senz’altro luce e gas hanno il loro peso importante in questa fetta della spesa familiare. Lo è ancora di più, a quanto pare, per chi ha sperimentato il mercato libero. Anche per via della difficltà delle famiglie di individuare la tariffa migliore sul mercato e quindi di cogliere le opportunità di risparmio anche lì dove ci sono. Secondo l’indagine commissionata da Facile.it all’istituto di ricerca Annalect sono ancora tanti, circa 6 milioni, gli italiani che hanno paura di cambiare fornitore luce o gas eppure, spesso, dietro questo comportamento si nascondono uno o più timori infondati. 

GLI EFFETTI

Ad accendere un faro sugli aumenti legati ai nuovi contratti è l’Assium, l’associazione che riunisce gli utility manager. Per i nuovi contratti per il gas, ad esempio, un contratto a prezzo variabile stipulato oggi nelle grandi città è più caro in media del 12,5% di 6 mesi fa. Questo dicono i conti sulla base delle offerte attive a partire da novembre nelle città italiane e pubblicate sull’apposito Portale gestito da Arera e Acquirente Unico, secondo l’Assium. Se si considera solo la migliore offerta oggi disponibile sul mercato libero per una famiglia tipo con un consumo medio di 1.400 metri cubi annui, la bolletta media per un contratto a prezzo fisso varia da un minimo di 1.618 euro annui di Milano, Trento e Trieste ai 1.825 euro di Roma: il rincaro medio nelle città monitorate si attesta al +6,17% rispetto al mese di maggio. A Napoli l’aumento più basso (+4,49%), a Milano, Trento e Trieste quello più elevato (+6,6%); la maggiore spesa per tale tipologia di contratto sfiora in media i +100 euro annui a utenza.

IL PREZZO VARIABILE

Per chi sceglie un contratto a prezzo variabile, la migliore offerta oggi disponibile sul mercato libero risulta più alta di quasi 190 euro all’anno, in media appunto il 12,5% in più: Milano e Trento guidano gli aumenti rispettivamente con un +13,28% e 13,49%; il rincaro meno consistente, che è comunque dell’11,3%, si registra a Palermo. Meno differenze sul territorio per il mercato libero della luce: la migliore offerta oggi disponibile sul portale Arera è infatti la stessa in tutte le città e prevede identiche condizioni sul territorio: considerata una famiglia con 3 kW di potenza e un consumo da 2.700 kWh annui, la bolletta media risulta pari a 735,08 euro se si opta per il prezzo fisso, poco di meno per il prezzo variabile, 732,51 euro, l’8,43% in più rispetto a sei mesi fa per il prezzo fisso, con un aggravio di spesa di circa 57 euro annui a utenza, e del 7,5% per il prezzo variabile (+51 euro annui).

IL CONFRONTO CON IL TUTELATO

Rispetto al mercato tutelato dove sono rimasti i clienti vulnerabili, invece, la maggiore spesa con queste offerte si attesta a circa a 100 euro annui a utenza. «Come prevedibile in vista dell’inverno e della maggiore domanda di energia da parte delle famiglie durante i mesi freddi, le offerte commerciali registrano sensibili rialzi delle tariffe proposte al pubblico come effetto degli aumenti dei prezzi sui mercati — spiega il presidente Assium, Federico Bevilacqua — La conseguenza è che chi oggi passa al mercato libero o decide di cambiare fornitore va incontro a condizioni economiche meno convenienti e dovrà mettere mano al portafogli». «Con la tutela i prezzi della materia prima erano decisamente molto più bassi perché sappiamo che gli acquisti venivano effettuati in maniera collettiva, così come i cosiddetti costi di commercializzazione che si riferivano unicamente ai servizi di call center, all’emissione della fatturazione all’assistenza clienti e così via.

 «L’analisi conferma quanto affermato da tempo», «sia il mercato tutelato per i vulnerabili, sia il mercato libero, non hanno dato alcun giovamento alle famiglie sul fronte dei costi in bolletta», dice Assoutenti. «La soluzione ai continui rincari delle tariffe è un intervento di sistema del governo italiano per abbassare complessivamente il costo dell’energia al megawattora».

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