20.05.2025
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Economy

«Bce autonoma sui tassi». E difende il taglio dello 0,6%


Christine Lagarde replica ad Antonio Tajani («serve più coraggio, 0,25% è troppo poco» ha detto due giorni fa il vicepremier): «Bce è un’istituzione indipendente. E’ scritto nei trattati che non siamo soggetti a pressioni politiche di alcun tipo. Cerchiamo di stare assolutamente lontani da simili espressioni». A stretto giro di posta è arrivata la replica del Ministro degli Esteri e capo di FI: «La Bce deve essere indipendente ma rivendico il diritto di commentare le sue scelte». Lo scambio di considerazioni potrebbe nascere non solo dai due ruoli diversi ma anche dalla comunicazione equivoca di Francoforte dell’altro giorno.

La Bce ha tagliato i tassi in modo anomalo e non omogeneo ma soprattutto dopo il consiglio, la nota emessa, ha esaltato la riduzione dello 0,25%, dove la mancanza di una indicazione precisa, ha ingenerato il misunderstanding.

FAMIGLIE E PMI

Come sempre, il taglio ha riguardato i 3 tassi di riferimento, quello ridotto dello 0,25% é relativo ai depositi delle banche presso la Bce (dal 3,75% al 3,5%). Gli altri due, tra cui quello comunemente noto come il “costo del denaro”, sono stati limati dello 0,6%: infatti il tasso di rifinanziamento principale (MRO) al quale sono indicizzati i prestiti e i mutui, é stato portato dal 4,25 al 3,65% mentre quello marginale — applicato ai prestiti fra banche (interbancario) — dal 4,5 al 3,9%.

Il tasso di rifinanziamento principale che è quello che viene considerato il vero tasso di interesse perchè impatta sull’economia reale delle famiglie e delle imprese, è stato mantenuto defilato. Un fatto davvero strano per la Bce che ha voluto accendere i riflettori sul tasso sui depositi quando é proprio il tasso sul “costo del denaro” a movimentare i mercati e al quale è stato dedicato solo l’ultima riga della nota.

«Di fatto il costo del denaro per il sistema finanziario è stato tagliato di oltre mezzo punto percentuale, un — 0,6% che corrisponde di fatto ad un taglio che potremmo definire “aggressivo”, una mossa atta a stimolare l’economia e che comporta una diminuzione del costo del credito (prestiti, mutui, finanziamenti) al fine di mantenere l’inflazione a ridosso del 2%, obiettivo primario della Bce», spiega David Pascucci, analista dei mercati di XTB. Questa comunicazione anomale, da alcuni acuti osservatori è stata interpretata come una soluzione per non attizzare l’attenzione di quei membri Bce sostenitori del rigore della politica moneraria e quindi, non influenzare troppo il mercato. Probabilmente la banchiera francese che ha escluso ritocchi nella riunione di consiglio del 17 ottobre presso la Banca centrale slovena, vuole rinviare alla sessione del 12 dicembre a Francoforte un terzo taglio.

Nella conferenza stampa di Christine Lagarde, si è parlato anche dell’andamento economico dell’Europa che vede al momento un rallentamento che, grazie a questo taglio e a quello precedente, potrebbe diminuire nel brevissimo termine per poi vedere un recupero dell’economia già a partire dalla fine del 2024. Secondo le stime della Bce a trainare l’economia è al momento il settore dei servizi che potrebbe vedere un aumento dei prezzi nel corso dei prossimi mesi grazie all’aumento degli stipendi dei lavoratori del settore e alla diminuzione dei tassi che promette di aumentare il potere d’acquisto dei consumatori. Rallenta invece il settore manifatturiero e dell’industria, visto in recupero nel corso dei prossimi mesi. Secondo la Bce, l’inflazione potrebbe rimanere poco sopra il 2% fino a metà del 2025, periodo in cui ci potrebbe essere un calo dell’inflazione a ridosso del target. La proiezione infatti vede un’inflazione media al 2,2% per il 2025 e all’1,9% per il 2026.

I BENEFICI PER I MUTUI

In sostanza la Bce ha attuato un taglio dei tassi particolarmente aggressivo (- 0,6%), una riduzione del costo del denaro alquanto consistente e lontana dallo 0,25% di giugno. Questa volta solamente il tasso sui depositi ha visto un calo dello 0,25%, un tasso che è sicuramente di riferimento per il settore bancario ma non per il consumatore europeo che vede finalmente una riduzione più decisa del costo di mutui e prestiti. Questo taglio risulta particolarmente interessante per il settore finanziario in quanto apre ad un ciclo di tagli strettamente dipendente dai prossimi dati relativi al mercato del lavoro e all’inflazione.

Dopo questo taglio della Bce, si registra anche un cambiamento delle stime per quanto riguardo il futuro taglio da parte della Fed previsto per il 18 settembre.

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