L’Autonomia differenziata riceve il via libera anche dal Quirinale. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato la legge recante «disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione», che era stata approvata il 19 giugno a Montecitorio dalla Camera.
Il cosiddetto ddl Calderoli è una delle tre grandi riforme volute dal governo Meloni, insieme al Premierato e quella della Giustizia.
Criticata fortemente dalle opposizione, è stata invece imprescindibile per la Lega.
Gli articoli
La legge sull’autonomia differenziata, nota anche come ddl Calderoli, è costituto da 10 articoli in cui si definiscono le modalità con cui le regioni potranno chiedere e ottenere di gestire in proprio alcune delle materie su cui al momento la competenza è dello Stato centrale. Insieme alle competenze, le regioni possono anche trattenere il gettito fiscale, che non sarebbe più distribuito su base nazionale a seconda delle necessità collettive.
I Lep
La concessione di una o più forme di autonomia è subordinata alla determinazione dei Lep, ovvero i criteri che determinano il livello di servizio minimo che deve essere garantito — è specificato nel testo — in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. La determinazione dei costi e dei fabbisogni standard, e quindi dei Lep, avverrà a partire da una ricognizione della spesa storica dello Stato in ogni Regione nell’ultimo triennio.
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