19.05.2025
12 Street, Rome City, Italy
Economy

Aumenta l’occupazione stabile, 337mila posti in più in un anno


Più occupati, meno inattivi e una robusta ripresa delle attività autonome. Dopo l’inattesa e isolata flessione di maggio il mercato del lavoro riprende subito quota e fiato nel mese successivo. Secondo i dati Istat il numero di individui con un posto a giugno supera quello dello stesso mese del 2023 del 1,4% (+337mila unità). L’aumento, a dimostrazione di una vitalità diffusa, coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età. Tanto che il tasso di occupazione, in un anno, sale di 0,7 punti percentuali. Rispetto a giugno 2023, tra l’altro, cala il numero di persone in cerca di lavoro (-6,4%, pari a -122mila unità) e quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,8%, pari a -103mila).

IL DETTAGLIO

A giugno 2024 — commenta l’Istat — dopo la diminuzione osservata a maggio, l’occupazione registra una crescita di 25 mila unità che coinvolge i dipendenti permanenti, saliti a 16 milioni e 37 mila, e gli autonomi, pari a 5 milioni 144mila. Prosegue invece il calo — registrato anche nel mese precedente — dei dipendenti a termine, che scendono a 2 milioni 768mila. Il numero degli occupati — 23 milioni 949mila — è superiore, come detto, di 337mila unità rispetto a quello di giugno 2023, sintesi, da un lato, dell’incremento di 465mila dipendenti permanenti e di 121mila autonomi e, dall’altro, della diminuzione di 249mila dipendenti a termine.

Su base mensile, il tasso di occupazione e quello di disoccupazione aumentano, raggiungendo il 62,2% e il 7,% rispettivamente, mentre il tasso di inattività scende al 33%.

Le statistiche confortano il governo. «Gli oltre 300mila occupati in più rispetto all’anno scorso — ha commentato la ministra del Lavoro, Marina Calderone — sono il segno che le nostre scelte e misure stanno funzionando. Il consolidarsi del trend positivo, ormai mese dopo mese, rende evidente a tutti che la direzione intrapresa con le nuove politiche attive è quella giusta. Ho sempre riconosciuto, e ribadisco — ha aggiunto Calderone — che c’è ancora molta strada da fare se vogliamo accompagnare al lavoro più donne, più giovani e recuperare il ritardo rispetto al resto d’Europa. Questo è il nostro obiettivo ed è quello che stiamo facendo. Ma i numeri spiegano perché l’Italia sia ormai al vertice dei Paesi europei in cui l’occupazione cresce di più».

IL REBUS

Il rovescio della medaglia è che nel Paese che vive questa ripresa si nasconde una bomba ad orologeria: gli imprenditori cercano profili ma non riescono a trovarli. E questo, secondo una indagine Legacoop-Promsteia, a causa della denatalità e della modesta preparazione di chi dovrebbero occupare i posti a disposizione. Soprattutto l’emergenza demografica è un incubo: da qui al 2030 ci saranno 150 mila lavoratori in meno all’anno, per il 70% maschi, come saldo tra flussi in entrata pari ad oltre 450mila unità e flussi in uscita crescenti, in media superiori alle 600mila unità.

Le difficoltà di reclutamento lavoratori sono già evidenti: nel 2023 il 40% delle imprese dei servizi e il 9% delle imprese manifatturiere segnalava la mancanza di lavoratori come un.ostacolo alla produzione. Il tasso di posti vacanti è in crescita dal 2013. Il trend della domanda di lavoratori a basso livello di istruzione, però, specifica il rapporto, ha cominciato a crescere più rapidamente rispetto al trend della domanda di lavoratori con livelli di istruzione più elevati. I primi costituiscono più del 50% della domanda, ma l’offerta non riesce a tenere il passo. Per i lavoratori ad alto livello di istruzione, il problema è invece il disallineamento tra la loro specializzazione e quella richiesta dal mercato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leave feedback about this

  • Quality
  • Price
  • Service
[an error occurred while processing the directive]