17.05.2025
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Politics

attaccavano anche Falcone. E Nordio fa da paciere


Il congresso di Magistratura Democratica, a Roma, è una chiamata alle armi contro il governo della destra. E contro Matteo Salvini. Considerato il sanguinario ministro anti-immigrati dalla corrente di sinistra dei togati. Lui accusa i magistrati di essere in combutta con il Pd. E loro accusano Salvini di pregiudizio ideologico: «Preoccupante definire comunista chi applica la Carta». La Lega non accetta la polemica, non accetta le accuse e contrattacca: «Arrivano critiche da chi contestò pure Falcone». Eh sì, Salvini e i suoi ricordano quando la sinistra e tante toghe amiche della sinistra e poco amiche di Falcone, per invidia professionale e perché il giudice anti-mafia non si faceva intruppare in logiche correntizie e di sinistra, contestavano la vittima dell’attentato di Capaci. Lo consideravano un moderato colluso con il sistema. Idiozie. Cattiverie. E comunque.

Nel rapporto tra toghe ed esecutivo il clima sembra peggiorato perfino rispetto ai tempi di Berlusconi. Il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, ne è convinto (una sorta di si stava meglio quando si stava peggio), denuncia gli attacchi dalla politica, senza minimamente accennare però a un’autocritica o almeno a una riflessione sull’invadenza del protagonismo dei magistrati o sulla loro politicizzazione, e lancia il presunto allarme democratico: «Prima, per certa politica, erano i pm le toghe rosse e ora le toghe rosse ci sono invece dappertutto, anche nei tribunali civili che si occupano di immigrazione.

Una cosa è la critica e un’altra cosa è la rappresentazione di un potere che esonda e diventa arbitrario ed eversivo. Tutto questo è inaccettabile». Il governo legittimo, votato dagli italiani, è un governo eversivo? Sì, secondo Santalucia. Applaudito da Magistratura Democratica, la storica corrente di sinistra dei togati.

Lo scontro politica-magistratura, sull’immigrazione, sui respingimenti, sui rimpatri, sulla questione dei centri in Albania, sta raggiungendo insomma il massimo grado. Quello del caos tra i poteri dello Stato. Presumibilmente, i cittadini sono lontanissimi da queste diatribe, e hanno l’unica priorità che è quella di vedere un Paese che garantisca ordine e assicuri la sicurezza. Ma la politica è la politica e i giudici fanno politica eccome.

Di fatto, alla vigilia del pronunciamento dei giudici sul trattenimento dei migranti in Albania, su cui ora grava il decreto Paesi sicuri, il clima è incandescente. Al convegno — per i 60 anni di Md — le toghe di sinistra sono in modalità super combat.

TRA MAO E CALAMANDREI
Si preparano a sentenze simili a quelle dello scorso 18 ottobre, che bocciarono il trattenimento dei primi dodici migranti portati nel centro italiano in Albania. «Una nuova bufera? Ne parleremo nelle prossime ore. Credo che quanto successo finora sia già molto grave e problematico», dice rompendo il suo silenzio stampa la presidente di Md, Silvia Albano, giudice della sezione immigrazione del tribunale di Roma. Si tratta della stessa magistrata che non ha convalidato il trattenimento di uno dei primi dodici migranti nel cpr albanese di Gjader, per la quale — solo qualche giorno dopo — è stata disposta una vigilanza per le minacce giunte sulla sua mail e sui social. E comunque, Albano: «Io non ho intenzione di fare uno scontro con il governo. E’ il governo che vuole fare uno scontro con me».

Ancora lei: «In tasca non abbiamo il libretto di Mao né il Capitale di Marx, ma la Costituzione». Un contrattacco a Salvini che ha denunciato l’esistenza di toghe rosse che vogliono abbattere il governo. Ma ecco il ministro Nordio. Di fronte alle toghe progressiste, in videocollegamento con la sala del Campidoglio dove si svolge l’evento di Md, il Guardasigilli propone uno scambio per favorire il dialogo: «Mi auguro che nel confronto futuro ci sia sempre meno una critica della magistratura al merito politico delle leggi in Parlamento e un abbassamento di toni da parte della politica a criticare le sentenze».

Lo scontro c’è e ci sarà ancora. Con Berlusconi era la stessa cosa, ma adesso forse è perfino di più perché il livello di capacità politica, da parte di tutti e specialmente di una parte dei giudici, è diminuito. Il che è un danno per tutti.

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