Dopo Nvidia e Microsoft, anche Apple per la prima volta nella storia ha superato i 4.000 miliardi di capitalizzazione di mercato, grazie alle vendite di iPhone 17 che ha avuto un successo maggiore rispetto ai modelli degli ultimi anni. Così ieri a Wall Street le azioni sono salite di quasi l’1%. Secondo un’analisi di Counterpoint Research, nei primi dieci giorni di vendite negli Usa e in Cina il nuovo modello ha visto un rialzo del 14% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
UN’ASCESA COSTANTE
L’ascesa di Apple è costante: ha raggiunto i 1.000 miliardi nel 2018, i 2.000 nel 2020 e i 3.000 nel 2022, diventando in quel periodo l’azienda con la più grande capitalizzazione al mondo. Sempre ieri Microsoft, che aveva raggiunto il traguardo lo scorso luglio per poi scendere a 3.900 miliardi, ha di nuovo superato la soglia grazie a un rialzo del 3% delle azioni a Wall Street: il mercato ha premiato il titolo dopo l’annuncio del controllo del 27% — circa 135 miliardi di dollari — della divisione for profit di OpenAi, azienda che Microsoft finanzia dal 2019 con investimenti di circa 11 miliardi di dollari. OpenAi ha un valore di circa 500 miliardi di dollari e ha appena annunciato di aver concluso il processo legale per trasformarsi da organizzazione non profit a for profit.
Tornado ad Apple, negli ultimi tre mesi il titolo a Wall Street ha guadagnato il 25%, guidato dalle ottime vendite di iPhone e dall’allentamento delle tensioni con Donald Trump, con il presidente orientato a “risparmiare” il colosso dalle tariffe sui prodotti tech assemblati in Cina. «Le azioni Apple si avviano verso la prossima trimestrale con un alone di ottimismo superiore a qualsiasi altro momento nell’ultimo anno», ha scritto in una nota Samik Chatterjee, analista di Jp Morgan. Chatterjee mantiene una raccomandazione equivalente a «comprare» sul titolo e lunedì ha alzato il prezzo obiettivo a 290 dollari per azione.
Il gruppo guidato da Tim Cook presenterà i suoi conti domani dopo la chiusura dei mercati e gli analisti si attendono una buona performance. Oltre ad aver corteggiato l’amministrazione Trump promettendo investimenti negli Stati Uniti, Apple ha anche spostato parte della produzione in India e in Vietnam, sperando in dazi meno elevati rispetto a quelli previsti contro Pechino.
LE DOMANDE
Restano però diverse domande sulle strategie future del gruppo. Nel 2024, l’iPhone ha rappresentato la parte più rilevante del fatturato di Apple, con entrate pari a 201,2 miliardi di dollari su un totale di 391 miliardi. Il secondo contributo per importanza è arrivato dai servizi (iCloud, Apple TV, App Store) che hanno generato 96,2 miliardi. E proprio questo forte legame con iPhone e con una tecnologia relativamente vecchia come gli smartphone preoccupano gli analisti. A differenza di Nvidia e Microsoft, che hanno raggiunto i 4.000 miliardi di capitalizzazione spinte dall’entusiasmo per l’intelligenza artificiale e dai prodotti già disponibili sul mercato, Apple è ancora indietro. L’azienda non ha ancora sul mercato la versione di Siri potenziata con l’Ia che aveva preannunciato questa estate, mentre concorrenti come Google e Samsung offrono già strumenti avanzati, rispettivamente Gemini e Galaxy Ai. Eppure, con oltre un miliardo di iPhone attivi nel mondo, a cui si sommano dispositivi come Apple Watch e servizi come Apple TV, Apple può permettersi di muoversi in modo più lento e, come ha fatto in passato con gli smartphone, provare a entrare in un mercato già avviato con l’obiettivo di rivoluzionarlo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA



Leave feedback about this