Tre convocazioni, una stessa ora. La procura di Pavia vuole fare chiarezza sui rapporti tra Marco Poggi, Andrea Sempio e Alberto Stasi. Al centro dell’attenzione, una versione che non convince del tutto gli inquirenti.
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Un faccia a faccia
Marco Poggi, Alberto Stasi e Andrea Sempio sono stati convocati dalla procura di Pavia per essere ascoltati nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi.
Le audizioni si terranno in contemporanea: l’appuntamento è fissato per le ore 14 di martedì 20 maggio. Questa disposizione risponde a due esigenze precise: da un lato evitare fughe di notizie, dall’altro indagare sulla veridicità dei rapporti tra i protagonisti. L’attenzione degli inquirenti si concentra soprattutto su Marco Poggi e Andrea Sempio. Il 14 marzo scorso, pochi giorni dopo il nuovo avviso di garanzia nei confronti di Sempio, i legali di quest’ultimo avevano dichiarato: «Marco chiama quotidianamente Andrea, è distrutto per l’amico». Ma stando a quanto emerso successivamente, questa versione potrebbe non corrispondere alla realtà.
L’amicizia tra Sempio e Poggi
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la procura vuole accertare se, dal giorno dell’omicidio di Chiara, Marco e Andrea siano rimasti effettivamente amici e se davvero Poggi sia stato colpito e addolorato per le vicende giudiziarie che hanno coinvolto Sempio. Chi conosce da vicino il fratello della vittima racconta invece una storia molto diversa. Anche le prime dichiarazioni rilasciate dai due giovani agli inquirenti avrebbero presentato differenze significative.
A essere messa in discussione è anche la narrazione sulla comitiva di amici di Garlasco. Marco, Andrea, Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti all’epoca erano poco più che diciottenni. Chiara Poggi, Alberto Stasi e le cugine Stefania e Paola Cappa erano invece più grandi di 3 o 4 anni — un divario che, in quell’età, potrebbe aver fatto la differenza nelle dinamiche relazionali.
Il giallo delle tre telefonate
Nel corso delle audizioni, il procuratore aggiunto Stefano Civardi e la pm Valentina De Stefano interrogheranno Stasi e Sempio a Pavia. Marco Poggi, invece, verrà ascoltato a Venezia dalla pm Giuliana Rizza, per mettere a verbale quanto già detto alla polizia giudiziaria il 12 marzo scorso. Il verbale è centrale per diverse ragioni. In quell’occasione i carabinieri hanno chiesto a Marco del suo rapporto con Andrea e con gli altri amici, delle vacanze a Punta Ala e, soprattutto, di tre telefonate: due avvenute alle 17:40 e alle 17:42 del 7 agosto 2007, e una alle 16:54 dell’8 agosto. Secondo Sempio, si trattava di tentativi per rintracciare Marco. Ma Poggi, che si trovava già in Trentino da qualche giorno, non ricorda di aver ricevuto alcuna chiamata.
Sempio sapeva che Marco non era in casa
Il giorno prima che Marco Poggi, fratello di Chiara, partisse con i genitori, il 5 agosto 2007, per una vacanza in Trentino era «insieme» ad Andrea Sempio, il nuovo indagato nel caso Garlasco, ed è, dunque, «inverosimile» che il suo amico «non fosse a conoscenza» del fatto che il 19enne a breve sarebbe partito per quei giorni in montagna. Come, invece, Sempio ha messo a verbale, sostenendo che non sapeva quando effettivamente Marco sarebbe andato via col padre e la madre e ciò per spiegare quelle tre telefonate a casa Poggi, dove era rimasta solo la 26enne, ritenute «sospette» dagli investigatori. L’ulteriore dettaglio, relativo al capitolo «chiamate» su cui i carabinieri puntano da tempo come elemento a carico di Sempio, risulta nelle vecchie carte e, in particolare, nell’informativa che fu redatta dagli investigatori nel luglio 2020. Quel fascicolo, di fatto sempre con al centro il ruolo dell’amico del fratello di Chiara, fu però archiviato nello stesso anno. Negli atti era stata accertata, infatti, una «telefonata delle ore 01.05 del 4 agosto» fatta dal cellulare di Sempio verso casa Poggi, che per gli investigatori rientrava nella consuetudine da parte di Marco di «preavvisare» i suoi, col telefono dell’amico, quando stava rientrando. Chiamata che dimostrerebbe che i due ragazzi «erano insieme» e «ciò — scrissero i carabinieri — rende ancora più inverosimile che Sempio non fosse a conoscenza della prossima partenza dell’amico per il Trentino, con il quale era in compagnia la sera precedente alla partenza e con il quale era in corso l’organizzazione di una ulteriore vacanza a Punta Ala» della comitiva di ragazzi. Sempio nelle precedenti indagini ha sempre ribadito di essere «sicuro» che Marco non gli avesse indicato «la data precisa della sua partenza». E che quando chiamò casa Poggi, per tre volte tra il 7 e l’8 agosto, pochi giorni prima dell’omicidio di Chiara, lo aveva fatto per «chiedere» se ci fosse Marco.
Ciò che non torna
Un elemento che ha attirato l’attenzione degli inquirenti è il numero limitato di contatti telefonici tra Sempio e la famiglia Poggi nei mesi precedenti al delitto. Dal gennaio 2007 fino ai giorni immediatamente successivi all’omicidio, Andrea avrebbe chiamato in casa Poggi solo due volte da cellulare e una volta dal telefono fisso. Poi, improvvisamente, in appena due giorni, il picco di telefonate. Un’escalation strana, soprattutto perché avvenuta mentre Marco era in vacanza.
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Sempio ha riferito agli investigatori di aver tentato prima di raggiungere Marco sul cellulare. Ma Poggi afferma di non aver ricevuto notifiche di chiamate perse. Non solo: ha anche precisato che la comitiva si ritrovava raramente nella villetta di via Pascoli, preferendo incontrarsi a casa di Capra o Biasibetti. Al contrario, Sempio ha descritto un rapporto di particolare confidenza con la casa di Chiara.
Cosa può succedere negli interrogatori
Va chiarito che le posizioni di Sempio e Stasi sono diverse sul piano procedurale: Alberto Stasi, già condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi, verrà ascoltato in qualità di testimone assistito, con la presenza del suo avvocato; Andrea Sempio, invece, è formalmente indagato e potrebbe decidere di non rispondere, avvalendosi della facoltà di legge.
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