Il futuro delle costruzioni compie i primi passi tra i mattoni rossi dell’Arsenale di Venezia, simbolo di innovazione e storico motore dello sviluppo della città lagunare. Lo fa sulle gambe d’acciaio e carbonio dei robot umanoidi che andranno a sostituire gli operai nei lavori pericolosi. Sembra una sequenza del film Blade Runner, un’immagine da fantascienza, un sogno distopico, ma è invece proprio quello che accadrà nei cantieri in un presente che è già arrivato. Guidato dall’intelligenza artificiale e dalla volontà, tutta umana, di far compiere un salto decisivo ad un settore che forma il Pil, crea occupazione, modella infrastrutture e qualità della vita. Ma che, soprattutto, punta ad azzerare, grazie alla tecnologia e ai robot, gli infortuni sul lavoro. Compiendo così una rivoluzione industriale simile a quella realizzata dalla Serenissima che cambiò il modo di costruire le navi, precorrendo i tempi.
L’iniziativa fortemente voluta dall’Ance guidata dalla presidente Federica Brancaccio è un «unicum» non solo perché proietta il comparto in avanti, in un mondo possibile, migliore, sostenibile, ma anche perché coinvolge tutti i protagonisti in campo (dai sindacati alle piccole imprese, ai grandi gruppi). L’occasione scelta è quella che si inquadra nell’iniziativa «Fondamentale, la filiera delle costruzioni», che alla Biennale Construction Futures delinea la prossima sfida. Ed è qui che per la prima volta vengono mostrati in azione i robot antropomorfi che imparano e che nei prossimi 6 mesi saranno ulteriormente sviluppati con l’obiettivo di renderli operativi sui posti di lavoro, nelle gallerie, nelle situazioni più pericolose, sui ponteggi. «Veniamo da lontano e guardiamo lontano, vogliamo costruire il futuro», spiega BrancacciO. Per farlo servire non solo la visione ma anche investimenti. Secondo l’Ance il passaggio richiede nei prossimi 10 anni 2,5 miliardi per migliorare la collaborazione uomo-robot, grazie all’Ia, alle nuove tecnologie. E tanta formazione. «Un cambio culturale — dice Brancaccio — in grado di aumentare la produttività, ridurre drasticamente, grazie agli umanoidi, i pericoli sui cantieri e la fatica dei lavoratori, ridistribuire gli utili frutto di questa rivoluzione».
IL PERCORSO
D’accordo sul percorso da fare il segretario generale della Fillea Cgil, Antonio di Franco, il sociologo ed esperto di cultura digitale, Derrick De Kherckhove, e tutti i rappresentanti delle sigle di «Fondamentale». Oltre ad Ance, ci sono Agci Produzione e Lavoro, Anaepa Confartigianato, Claai, Cna Costruzioni, Confapi Aniem, Confcooperative Lavoro e Servizi, Fiae Casartigiani, Legacoop Produzione e Servizi, FenealUil, Filca Cisl, Fillea Cgil. Il processo innovativo tocca infatti tutti gli elementi della filiera. Con l’impegno rafforzato per migliorare la sicurezza nei cantieri, e offrire condizioni di lavoro sempre più moderne, a tutela della salute. Il sistema unito delle costruzioni, per volontà dell’Ance, è per la prima volta partner della Biennale, una partecipazione che ha una forte valenza sociale ed etica, poiché attraverso l’utilizzo della robotica e delle nuove tecnologie in cantiere la filiera promuoverà la sostenibilità degli edifici e la messa in sicurezza del territorio.
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