Organizzare un viaggio spesso significa saltare da un sito all’altro, aprire decine di tab e perdersi tra recensioni, mappe e consigli sparsi. Wanderbuddy, la nuova app lanciata da Spheral.ai, che vede tra i suoi fondatori il giovane imprenditore pugliese Pierluigi Santoro, promette di cambiare le regole del gioco: un compagno di viaggio digitale, capace di accompagnare l’utente dalla pianificazione fino all’esperienza sul posto, sfruttando intelligenza artificiale e integrazione con servizi reali senza trascurare la dimensione umanistica
L’Intelligenza Artificiale secondo lo statuto di Sphreal.ai deve essere strumento di emancipazione e benessere sociale. Si immagina infatti una società in cui l’IA aiuti ciascuno a prendere decisioni migliori, a crescere e a realizzarsi autonomamente. In quest’ottica ci si ispira ai principi di psicologia sperimentale e comportamentale (ad esempio, agli studi di B.F. Skinner sul condizionamento e il comportamento umano).
In tal senso Wanderbuddy potrebbe suggerire percorsi di viaggio che massimizzano l’esperienza culturale riducendo al contempo l’impatto ambientale, incoraggiando scelte sostenibili senza imporle. Spheral AI – pensata magari per il supporto strategico aziendale – potrebbe evidenziare bias cognitivi nelle decisioni del management e proporre alternative basate su dati oggettivi.
Un assistente di viaggio «umano»
Wanderbuddy si presenta come un travel assistant conversazionale: l’utente non deve più cercare manualmente informazioni, ma può dialogare direttamente con l’app come con un amico esperto.
Vuoi scoprire mostre contemporanee a Vienna? Cercare un ristorante nascosto a Marrakech? Costruire un itinerario su misura per un weekend? Wanderbuddy lo fa, in tempo reale, incrociando dati geolocalizzati, preferenze personali e trend culturali.
Pagare in Bitcoin? Sì, grazie
Una delle caratteristiche che distinguono Wanderbuddy dalle app tradizionali è la possibilità di pagare servizi e prenotazioni in Bitcoin, aprendo la strada a un target di viaggiatori digital-savvy e crypto-friendly.
Un dettaglio che allinea il progetto alle nuove economie digitali e alla filosofia «borderless» dei viaggiatori contemporanei.
Più che un’app, un ecosistema
Wanderbuddy è solo il primo tassello di una visione più ampia: nasce infatti all’interno di Spheral.ai, startup italiana con ambizioni internazionali che sta costruendo un ecosistema modulare di applicazioni verticali basate su AI.
Alla guida c’è Pierluigi Santoro, founder con un background tra Silicon Valley, agritech e intelligenza artificiale, che vede nell’integrazione tra tecnologia e bisogni concreti delle persone il futuro del digitale.
«Il nostro obiettivo con Spheral è creare applicazioni che non siano solo smart, ma realmente utili e quotidiane. Wanderbuddy è l’inizio: vogliamo che ogni viaggiatore abbia un compagno di fiducia sempre in tasca, capace di unire tecnologia e umanità», spiega Santoro.
Il futuro del viaggio digitale
Con un MVP già testato da centinaia di utenti e una roadmap che punta a integrare sempre più servizi (dal booking diretto agli experience marketplace), Wanderbuddy si candida a diventare una delle app più interessanti nel panorama travel-tech europeo.
Se il viaggio è scoperta, Wanderbuddy vuole essere il primo passo: quello che trasforma l’AI in un vero amico di viaggio.
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