10.11.2025
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Economy

Affitti brevi, ipotesi tassa al 23%. Incentivi ai contratti più lunghi


Non piace a mezza maggioranza e non piace a proprietari e associazioni. Il ciclo di audizioni sulla manovra di Bilancio partito ieri in Senato ha preso il via con le critiche all’aumento al 26% per gli affitti brevi, tranne che per quella piccola parte delle locazioni che non transitano per le piattaforme.

«Samo molto preoccupati per l’articolo di questa legge di Bilancio che riguarda l’innalzamento della cedolare secca sugli affitti brevi dal 21% al 26%», ha spiegato Maurizio Pezzetta, vicepresidente nazionale di Fimaa, la Federazione italiana mediatori agenti d’affari, «non serve a nessuno». L’associazione che aderisce a Confcommercio ha ribadito che «la carenza di immobili destinati alla locazione a medio e lungo termine non è riconducibile alla crescita degli affitti turistici» che sono «meno del 2% del totale delle abitazioni italiane». Stessa cifra segnalata anche dall’Aigab, l’associazione dei gestori affitti brevi. Per Pezzetta la soluzione per sostenere il mercato degli affitti nella penisola è lavorare «sulla fiscalità elevata», sul rischio morosità e su contratti poco flessibili. Una parte della maggioranza si sta muovendo in questa direzione e ha già palesato il malumore verso l’aumento della tassazione, raccogliendo alcuni dei suggerimenti che arrivano dal mercato.

La proposta

Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, ha annunciato un emendamento per riformare il sistema, abbassando il prelievo sugli affitti a lungo termine portandola al 15%. Di fatto, è la base di partenza della prooposta, invece di scoraggiare le locazioni a breve che, soprattutto nelle città turistiche hanno ripercussioni sulla disponibilità di case e sui prezzi, occorre sostenere i proprietari che scelgono i contratti di lungo periodo. La misura, ha spiegato la formazione centrista, servirà «a dare risposte ai tanti italiani che, soprattutto nelle grandi città, hanno difficoltà a trovare casa a causa del caro affitti». La richiesta di correttivi alla tassazione sugli affitti non arriva soltanto da Noi Moderati. Forza Italia e Lega sono unite nella volontà di rivedere la norma che porta alla manovra coperture per circa 130 milioni dal 2027. La ricerca di risorse non è però alla radice della scelta del ministero dell’Economia e del governo di inserire l’inasprimento della tassazione nel disegno di legge di Bilancio. Il ministro dell’Economia ha chiarito di non voler fare della misura una questione di vita o di morte e che dietro la misura non c’è alcun intento punitivo verso i proprietari. «Bisogna però capire se bisogna in qualche modo premiare le locazioni per abitazione oppure le locazioni per i turisti stranieri», è la posizione di Giorgetti. Una delle soluzioni allo studio e sulle quali ragionano deputati e senatori è quella di attenuare un po’ il rincaro. Anziché al 26% il prelievo potrebbe fermarsi al 23%. La mediazione è partita, ma il punto di caduta dovrà tenere conto di tutti gli emendamenti presentati.

«L’impianto normativo complessivo del disegno di legge è positivo e potrà essere migliorato e completato in sede parlamentare», ha invece commentato la delegazione del Consiglio nazionale dei commercialisti, guidata dal Consigliere tesoriere delegato alla fiscalità, Salvatore Regalbuto. Il giudizio è positivo sia sul taglio della seconda aliquota Irpef al 33% sia sul sostegno al reddito dei lavoratori dipendenti. I commercialisti chiedono però modifiche all’articolo 18 e alla norma che subordina il pagamento dei compensi ai liberi professionisti che lavorano per la Pa alla verifica della loro regolarità fiscale e contributiva. Da stralciare o modificare, secondo i commercialisti, sono anche i limiti alla compensazione dei crediti d’imposta che, per tutte le imprese, non potranno più essere usati per coprire contributi Inail e Inps. Se non fosse possibile eliminare del tutto la norma la proposta è quanto meno limitare gli effetti alle imprese di grandi dimensioni, «al fine di non penalizzare oltremodo le micro, piccole e medie imprese, nonché i lavoratori autonomi, che hanno, indubbiamente, minori possibilità di compensazione».

Il capitolo dell’utilizzo dei bonus è stato affrontato anche da Confimi industria, l’associazione che riunisce le piccole e medie aziende manifatturiere, preoccupata per le ripercussioni che la misura potrà avere sulle pmi.

«Dalle audizioni sono già emerse le prime indicazioni e istanze che arrivano dal mondo della sanità, delle imprese, delle professioni, dei trasporti e del credito», ha commentato il presidente della commissione Bilancio del Senato, Nicola Calandrini, «n l’obiettivo di raccogliere il contributo più ampio possibile, in modo che il lavoro della Commissione possa tener conto delle esigenze reali del Paese». Oggi, nella nuova maratona di interventi -ieri è iniziata alle 9 del mattino ed è terminata attorno alle 20- sarà il turno tra gli altri di Confindustria. Alla vigilia un’anticipazione della posizione di Viale dell’Astronomia è arrivata dal presidente degli industriali, Emanuele Orsini. La manovra deve avere una visione di tre anni «soprattutto sull’iper e superammortamento».


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