Utili trimestrali in picchiata rispetto ai record dei mesi scorsi e prezzo dei biglietti in calo. Per Ryanair, la più famosa tra le compagnie aeree cosiddette “low cost” sembra verificarsi quello che le associazioni dei consumatori auspicavano da tempo: meno profitti e più vantaggi per i passeggeri, vessati dal caro voli, con nuovi aumenti quest’estate fino al 20%. E gli esperti prevedono nei prossimi giorni scenari simili anche per le altre low cost, come WizzAir, Vueling, AeroItalia ed easyJet.
Ma non è tutto oro quel che luccica, anzi. Le prospettive economiche del vettore aereo, a parte la debacle giornaliera in Borsa di ieri (-17% a Dublino), sono tutto fuorché negative. Mentre i prezzi dei voli delle varie compagnie, seppur dovrebbero scendere ancora nei prossimi mesi, per gli esperti difficilmente torneranno ai livelli del periodo pre-pandemia. Insomma, non si troverà nulla a meno di 20 euro a tratta e, per non partire con il solo bagaglio a mano, si rischia di arrivare a pagare fino al 363% in più. Sono i cosiddetti “costi extra”, in crescita rispetto all’estate dello scorso anno.
LE RAGIONI
Nel primo trimestre del nuovo anno fiscale 2024-2025 (aprile-giugno) i profitti di Ryanair sono scesi del 46% rispetto a un anno fa: da 663 milioni di euro a 360 milioni. Risultato in controtendenza rispetto ai mesi scorsi. L’anno fiscale 2023-2024 si era infatti chiuso con un utile netto di 1,92 miliardi, in crescita del 34% in dodici mesi.
I clienti, in quest’ultimo trimestre, sono saliti del 10% a 55,5 milioni, ma i ricavi sono scesi dell’1% a 3,63 miliardi per effetto di tariffe complessivamente più basse del 15% (la media a biglietto è passata da 49,07 a 41,93 euro). Non sconti trasversali su tutte le tratte, ma più l’effetto delle campagne promozionali con le prenotazioni last minute per riempire gli aerei. In ribasso infatti, c’è anche l’indice di riempimento dei velivoli, dal 95% al 94%, mentre, crescendo il numero di passeggeri, sono saliti in modo proporzionale anche i costi operativi a quota 3,26 miliardi.
Il calo dei profitti, secondo l’ad Michael O’Leary, si può in parte attribuire all’assenza del consueto “effetto Pasqua”, che quest’anno è caduta il 31 marzo. Peserebbero poi i ritardi nelle consegne i ritardi nelle consegne dei nuovi velivoli Boeing: si dovrebbe passare da 156 a 160 entro fine mese e altri 50 dovrebbero arrivare da qui a inizio settembre. Ma per avere tutti gli aerei necessari a soddisfare la domanda in crescita si dovrà attendere fino al 2027.
In generale tutte le compagnie, incapaci di coprire le tratte di lungo raggio e verso alcune capitali europee, visti i problemi lato offerta, negli ultimi mesi si sono concentrate su mete in qualche modo sature. Inoltre, per O’Leary, «negli ultimi dieci giorni di giugno c’è stata una forte riduzione delle autorizzazioni europee Atc, causando numerosi ritardi e cancellazioni dei voli». Quindi ha chiesto una riforma Ue per proteggere i voli durante gli scioperi e garantire atterraggi sicuri in caso di condizioni meteorologiche estreme. Anche se, come segnala ItaliaRimborso, società che si occupa di risarcimenti aerei, quest’estate i disagi, in particolare tra le low cost, sono a livelli record anche quando le autorizzazioni Atc sono su livelli ordinari.
Ryanair prevedeva per questi mesi prezzi stabili o in lieve rialzo, ma come ha spiegato l’ad «gli sforzi per aumentare le tariffe nelle ultime settimane sono falliti perché i consumatori hanno resistito». In pratica i clienti hanno aspettato più del solito per prenotare le vacanze estive, visto l’aumento del costo della vita, risultando poi più parsimoniosi nell’acquisto dei biglietti. Questo ha fatto abbassare le tariffe medie. Le varie spiegazioni date dalla compagnia al calo dei profitti, però, non sono bastate agli investitori, che ieri hanno venduto il titolo senza sosta.In ogni caso, come detto, le prospettive future di Ryanair non sono negative. Gli esperti si attendono un numero di passeggeri in crescita dell’8% a 200 milioni entro la primavera del 2025 e utili dell’esercizio annuale comunque superiori al miliardo. Non solo: il calo del prezzo del carburante negli ultimi mesi farà risparmiare alla low cost oltre 450 milioni su base annua.
LE PROSPETTIVE
Ma che ne sarà del prezzo dei biglietti di questa e delle altre compagnie aeree? «Anche per i prossimi trimestri i prezzi — spiega a Il Messaggero Andrea Giuricin, docente allUniversità Bicocca e tra i massimi esperti del settore dell’aviazione — sembrano essere in discesa per molte compagnie, anche se forse il lungo raggio avrà costi più elevati. Le compagnie dicono che i cali non saranno da poco rispetto al 2023, ma bisogna aspettare le prossime due settimane, quando usciranno tutte le altre trimestrali: comunque difficilmente si tornerà ai livelli del 2019». Nel frattempo, secondo una recente indagine di AltroConsumo su voli “low cost”, aggiungendo al biglietto servizi talvolta necessari, come un trolley in cabina, uno in stiva o la scelta del posto a sedere, il prezzo può passare anche da 25 a 116 euro. Il costo iniziale, dice l’associazione, «è uno specchietto per le allodole, che non facilita la scelta più conveniente».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA