«Per noi ha senso investire in strutture come l’Abi se diventano eccellenze europee», ha detto Carlo Messina a maggio scorso, condividendo il quinto mandato di Antonio Patuelli alla presidenza, con l’inserimento di Marco Elio Rottigni, capo della divisione banche estere di Intesa Sanpaolo, alla guida. Così il cambio di passo dell’Associazione bancaria italiana parte domani: a Roma, in comitato esecutivo, secondo quanto risulta al Messaggero, Rottigni dovrebbe portare la “trasformazione” dell’Abi. La svolta verrà messa a terra tramite la redazione di un piano industriale, il primo della storia di Palazzo Altieri. È in corso una selezione per scegliere l’advisor industriale (la rosa dovrebbe comprendere McKinsey, Bain, Kpmg, Bsg, Deloitte) e, a fine anno, dovrebbe vedere la luce la nuova Abi, sulla quale oltre Messina, concordano tutti gli altri principali banchieri che seguono con attenzione una sorta di rifondazione che non dovrebbe avere comunque impatti significativi sullo statuto.
APPUNTAMENTO A FIRENZE
La svolta dovrebbe essere illustrata il 23 a Firenze dal presidente Patuelli e dal dg Rottigni nella seconda giornata dell’annuale seminario dell’Associazione.
Un primo tassello sarebbe stato definito, la nascita di comitati strategici interni. Saranno tre, tutti presieduti da Rottigni, a dimostrazione che nel nuovo assetto, saranno puntualizzati meglio i ruoli, tra il presidente e il direttore generale la cui figura si avvicinerà a quella dell’amministratore delegato di una grande banca. Due comitati sono già sorti: di indirizzo il primo, identità e immagine il secondo. Il terzo sarà di governo e verrà insediato a breve. In tutti questi neo organismi sono coinvolte figure senior delle grandi banche che potrebbero avere ruoli nel nuovo organigramma manageriale dell’Associazione dove, comunque, dovrebbe essere confermato il ruolo del vice dg vicario Gianfranco Torriero.
Dalle linee che saranno discusse formalmente domani — di cui i principali banchieri sono a conoscenza — si passerà alla nuova fisionomia di Palazzo Altieri che potrebbe ispirarsi alle Abi di Germania (BDB), Francia (FBF), Spagna (AEB): la BDB rappresenta solo le banche private, nella VOB ci sono le popolari; alla FBF sono associati anche gli istituti di pagamento e le fintech.
I COMITATI STRATEGICI
Il nuovo piano terrà conto delle sfide future che l’Associazione, rappresentativa del mondo delle banche, dovrà affrontare. Sono in tutto otto, le principali sono costituite dall’innovazione, digitalizzazione, internazionalizzazione, rischi geopolitici, concorrenza, nuovi lavori. L’obiettivo della svolta neanche troppo sottinteso è di evolvere l’Abi verso un modello più moderno con una organizzazione attinente a queste sfide e in qualche modo accostarsi alle Abi dei maggiori paesi europei. Questo perchè sono in corso grandi cambiamenti nel mondo anche in conseguenza dell’avvento della tecnologia e dell’IA. Le banche stanno cambiando modello di business per non perdere terreno dalle Fintech sempre più agguerrite, per seguire un mercato dove l’altalena dei tassi non può condizionare la politica dei ricavi, di qui la crescente apertura verso il canale delle commissioni. Poi ci sono le guerre che influenzano le economie.
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