Una delle caratteristiche di Garlasco, cittadina di 9.500 abitanti nel cuore della Lomellina, è che conferma la teoria dei sei gradi di separazione. Spesso anche meno: l’avvocato Angela Taccia e il suo assistito Andrea Sempio facevano parte dello stesso gruppo di amici, il sindaco Simone Molinari da ragazzo ha trascorso una vacanza con Alberto Stasi, il professor Giuseppe Battezzato andava all’oratorio con Giuseppe Poggi, il papà di Chiara. E così via. L’omicidio del 13 agosto 2007 è stato un colpo per tutti, l’apertura della nuova inchiesta uno sconcertante ritorno al passato. Con strascico di dubbi tema di discussione al bar Gobbi, affacciato sulla piazza del Municipio: «Certo che se ne parla. Soprattutto ci si chiede: ma allora Stasi è innocente? Oggi come allora la questione spacca in due il paese».
I DUBBI
Dopo la condanna dell’ex fidanzato di Chiara a sedici anni di carcere pareva una vicenda chiusa e invece sono tornate le telecamere davanti alla villetta di via Pascoli. Siccome c’è un nuovo indagato, la topografia si arricchisce con la casa dei genitori di Sempio, dove il cancello è sempre chiuso e il cane abbaia in continuazione. Da buon sindaco di prossimità, Molinari fa del suo meglio per contenere l’onda: «Sono molto vicino alla famiglia Poggi, costantemente, li sento al telefono e li vado a trovare, chiedo loro se devo emettere qualche ordinanza per chiudere la strada in cui abitano. L’amministrazione della città gli è accanto perché, pur nel rispetto della giustizia che auspichiamo chiarisca ogni dubbio, non riescono a trovare la tranquillità di cui avrebbero bisogno dopo la tragedia che hanno vissuto. Un ferita del genere non si rimarginerà mai, in questi momenti è come se si riaprisse. E se penso alla mamma di Andrea Sempio mi preoccupo, poverina è distrutta». Molinari condivide il pensiero dei garlaschesi. «Sicuramente c’è molta confusione, è ciò che si percepisce, e la città è disorientata. Cosa sta succedendo? Nella nuova inchiesta pare coinvolta una quantità di nomi e cognomi, non si sa in che ruolo. Perdonatemi il paragone, non voglio offendere l’opera di chi è impegnato ad accertare la verità, ma mi sembra un po’ “Assassinio sull’Orient Express”, dove Poirot alla fine scopre che sono tutti colpevoli».
Nessuno mette in dubbio il lavoro della giustizia e delle forze dell’ordine, sottolinea Molinari, «però la domanda è: allora c’è in carcere un innocente e stiamo cercando un altro omicida? È questo a deludere i cittadini». Alcuni di loro infastiditi dal ritorno di notorietà e conseguenti disagi, come i confinanti di Tromello a cui hanno chiuso le strade per cercare nel canale l’arma del delitto: «Ma cosa potranno mai trovare diciott’anni dopo?», si confrontano perplessi. Giuseppe Battezzato, docente in pensione con laurea in indirizzo socio psico pedagogico che oggi mette a frutto organizzando «un corso di formazione per genitori, per imparare come si fa», pensa alle conseguenze: «Sul piano umano, se dovesse venir fuori che non è stato Stasi, sarebbe un terremoto per tutti. Sembrava un caso chiuso? Ma no, sono molto amico di Francesco Marchetto», l’ex maresciallo dei carabinieri che si occupò della prima fase delle indagini. «Vado a bere il caffè nel suo bar, l’ho visto proprio l’altro giorno e ci siamo detti: a uccidere Chiara può anche essere stata una seconda o una terza persona che era lì quella mattina».
IRRITAZIONE
Il professor Battezzato ha le sue teorie sui possibili assassini e ama descriverle doviziosamente, mentre ai suoi antipodi c’è Luisa Beni, scrittrice e personalità versatile che non sa più cosa inventarsi per dissociare le parole Garlasco e omicidio. Presiede l’associazione culturale Diversamente Noi, per due anni ha organizzato in piazza Unità d’Italia una manifestazione sul benessere psicofisico con produttori di piante officinali e cosmetici naturali. «È stata un successone e l’ho ideata apposta per rimuovere questa spiacevole etichetta che ha la nostra città. La mia reazione da abitante è: basta, non ne possiamo più. Non c’è niente di nuovo se non l’irritazione della gente palese e manifesta, non è buon clima. Peccato, perché Garlasco è così carina e ospita molti eventi, per esempio “Provincia in Giallo”». È un concorso per scrittori di narrativa poliziesca con libri ambientati nella provincia italiana. Giunto alla quattordicesima edizione, il premio verrà assegnato sabato 24 maggio al teatro Martinetti di Garlasco. Ogni riferimento evocativo è puramente casuale.
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