A bordo piscina e fra i tavoli imbanditi dell’area ristorante, tra un doppio a tennis e un tiro di golf, se ne parla da settimane. Manovra e debito, migranti, premierato e giustizia? Macché: c’è un ostacolo più ingombrante sulla strada che separa Raffaele Fitto, ministro e consigliere fidato della premier Giorgia Meloni, dall’agognata nomina a Commissario europeo.
Una battaglia silenziosa, ma agguerrita, procede nelle retrovie e impegna il governo in una delicata trattativa con l’Ue. La missione è salvare dalla tagliola della Bolkestein, la direttiva europea sulla concorrenza odiatissima dalla destra a Palazzo Chigi, centinaia di circoli sportivi che si trovano vicino a corsi d’acqua, spesso frequentati dall’upper-class delle grandi città italiane. A cui l’Ue chiede, anzi impone, di sottoporsi alla dura legge del mercato: nuove gare e concessionari. Lo stesso diktat già imposto agli stabilimenti balneari, agli alberghi affacciati sul mare, alle società idroelettriche.
IL MURO
Questo però è troppo. E un pezzo di governo che conosce e apprezza i prestigiosi circoli della Capitale bagnati dal Tevere, dal Canottieri Roma alla Corte dei Conti fino allo storico Circolo Aniene, è deciso a dare battaglia.
Guida la schiera Andrea Abodi, ministro dello Sport, volto conosciutissimo in alcuni dei più esclusivi circoli capitolini, convinto che sottoporli alla ghigliottina della Bolkestein sia pura follia. In pressing su Fitto perché metta una buona parola con Ursula von der Leyen e la Commissione: lasciate correre. Parliamo di istituzioni spesso secolari, salotti e campi in terra rossa calcati dalle massime autorità del Paese, imprenditori di fama, ma anche avvocati, giornalisti, medici. I politici eletti, per dire, ne hanno uno ad hoc: il Circolo Montecitorio. Ma la lista è lunga. Dal romano Tevere Remo al palermitano Country Time Club. E che dire della Lega Navale che organizza la storica regata Barcolana e pochi giorni fa ha ospitato il ministro a Trieste per un convegno sul tema? A dire il vero la spada di Damocle delle concessioni pende su tante piccole società di volontariato che organizzano corsi di vela o canottaggio. È tra i più trasversali il “partito dei circoli”, se è vero che in queste ore pure il Pd ha iniziato a farsi sentire con Debora Serracchiani chiedendo al governo di togliere dal mirino della Bolkestein le società sportive senza scopo di lucro.
Abodi è sceso in campo. In questo sì pienamente allineato all’altro frontman dello sport tricolore, il numero uno del Coni Giovanni Malagò, presidente onorario del Circolo Aniene. Il partito della premier si è intestato la missione in Parlamento. Alla Camera, dove è all’esame il decreto salva-infrazioni, FdI ha pronto un emendamento per salvare in calcio d’angolo i circoli minacciati dalla Bolkestein: sono circa novecento. La firma è di Luciano Ciocchetti, già vicepresidente nella Regione Lazio con Polverini, cuore Dc e una vita in politica, voce assai ascoltata nei circoli romani che contano.
E la sostanza è questa: bisogna escluderli dall’applicazione della normativa Antitrust europea perché svolgono attività sportiva senza scopo di lucro, ma solo a fini «ricreativi». Cioè non offrono veri e propri «servizi» che sono invece il cuore della Direttiva del 2006. Si vedrà. Ai questuanti che gli telefonano Fitto annuisce, dice che farà il possibile. Ma il tempo corre: il decreto salva-infrazioni va approvato entro la prossima settimana. E il ministro agli Affari Ue con le valige per Bruxelles, ma non solo lui, teme a ragione che la norma salva-circoli riapra uno spiraglio per il partito “balnearista” in maggioranza già pronto a battere i pugni e dire: «Perché salviamo i circoli ma non le spiagge?». Si agita e si interessa Riccardo Zucconi, deputato lucchese del partito in trincea a difesa degli stabilimenti balneari italiani (lui stesso ha quote in ben tre attività turistiche) e due giorni fa tornava alla carica con il capogruppo Tommaso Foti in aula: «Ma sì, vedrete che le gare non si faranno mai, per nessuno…».
I TIMORI
Suona diversa però la linea della premier così come di Fitto che ha messo un punto sulla annosa vicenda spiagge e tutto vuole tranne che un nuovo frontale con l’Ue alla vigilia dell’esame da commissario. Non è un caso se mercoledì pomeriggio si è deciso di far saltare la seduta delle Commissioni Affari costituzionali e Finanze alla Camera che dovevano proprio esaminare il decreto sulle infrazioni europee. Tempo utile a cercare una quadra, se c’è. Oggi Abodi risuonerà la carica incontrando la stampa. Dove? Al Foro Italico, ovviamente in un circolo. La vera Terza Camera minacciata dalla dura legge Ue.
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