«Il futuro? Non ci penso. Anche perché il passato mi pesa troppo. A settant’anni penso solo ai figli».
Felice Maniero domani, 2 settembre, compie 70 anni. La sua banda – un esercito di 450 uomini – è stata la più numerosa, la più ricca e la più feroce di tutti i tempi, nel Nord Italia. Smantellata nel 1995, è rimasta nella storia come l’unica organizzazione criminale nata e cresciuta al di fuori di Sicilia, Campania e Calabria, sedi storiche di mafia, camorra e ‘ndrangheta, condannata per associazione a delinquere di stampo mafioso. «Non festeggio. Non mi piace festeggiare i compleanni. Non mi è mai piaciuto. Sarà una giornata come le altre, noiosa. Nostalgia dei vecchi tempi? Neanche per sogno. Forse delle persone. Di alcune persone, sì. E dei posti, ecco. Perché sono quelli della mia infanzia e della giovinezza bella e scapestrata, Mi son divertito molto, prima di fare sul serio. Rubavamo forme di grana e salami ed eravamo contenti. Si andava in giro in macchina a cazzeggiare. Sì, adesso abito molto lontano dal Veneto, ma ogni tanto vengo e son passato qualche volta per Campolongo e mi sono anche fermato a giocare a carte con i vecchi amici. Sono molto bravo a scopone scientifico. Sì, chi mi riconosce, mi saluta ancora con affetto, mi bacia e mi abbraccia. Se potessi tornare indietro? Non farei nulla di quello che ho fatto. Lo so che non mi crederà nessuno, ma oggi scambierei tutti i soldi che ho rubato per una partita a carte con i vecchi amici, nel solito bar di Campolongo Maggiore. Ecco come mi piacerebbe festeggiare il mio compleanno, da pensionato e non da Felice Maniero».
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