Quarto trimestre positivo per il Pil italiano da un anno a questa parte. Ieri l’Istat ha stimato che tra aprile e giugno del 2024 il Belpaese ha segnato un aumento del Pil dello 0,2 per cento. Certo, lo stock di crescita corre a rilento — anche se in linea con le medie della Ue — ma la tendenza è importante: intanto perché se fosse confermata, garantirebbe alla terza economia europea di crescere a fine 2024 dell’1 per cento stimato del governo nel Def. Soprattutto ribalta pesi e contrappesi sullo scacchiere economico europeo, mentre la “Locomotiva d’Europa”, la Germania, continua ad arrancare. Anzi, è entrata in stagnazione: contro tutte le aspettative degli esperti, il Paese tedesco ha chiuso l’ultimo trimestre in calo dello 0,1 per cento. E non è la sola economia del Vecchio Continente a mostrarsi debole in questa fase.
IL DATO
Tornando al dato del Pil italiano, vanno registrate luci e ombre. Come detto nel secondo trimestre la nostra economia è cresciuta dello 0,2 per cento, che sale a un +0,9 se confrontato a livello tendenziale rispetto allo stesso periodo del 2023. Ma questa espansiva, seppure di moderata entità, è frastagliata. La maggiore spinta, infatti, arriva dal mondo dei servizi, mentre sono in calo gli apporti dell’industria, dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca. «Dal lato degli impieghi — si legge in una nota dell’Istat — si registra un contributo positivo della domanda nazionale al lordo delle scorte e un contributo negativo della componente estera netta», conclude l’istituto di statistica.
Nel secondo trimestre dell’anno il Pil dell’Eurozona è cresciuto (al rallentatore) dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti. Un dato, quello certificato ieri da Eurostat, che è superiore allo 0,2% previsto dai mercati e che riduce i timori che la ripresa del blocco possa essere arrivata al capolinea, ma che sconta il ritorno in territorio negativo della Germania, la principale economia tra i 27. Positiva la crescita della Spagna, che tra aprile e giugno ha fatto registrare un +0,8% sul trimestre precedente, trainato soprattutto dall’export, come pure la Francia che ha messo a segno un più pallido +0,3% in un contesto comunque difficile dominato dall’incertezza politica e dall’assenza di un governo nella pienezza dei poteri dopo le legislative di quattro settimane fa. Torna ad arrancare, invece, l’economia della Germania, con una contrazione del Pil dello 0,1% rispetto al primo trimestre del 2024 che segue la timida schiarita di inizio anno, quando la crescita si era attestata allo 0,2% sul periodo precedente (tra ottobre e dicembre 2023 l’economia tedesca in recessione aveva fatto registrare un -0,3%): secondo le stime dell’ufficio federale di statistica tedesco il declino risente del calo degli investimenti in macchinari ed edilizia.
IL CONFRONTO
La Germania è in controtendenza anche sull’inflazione: l’indice dei prezzi al consumo ha fatto registrare un incremento dal 2,5% di giugno al 2,6% di luglio, valore lievemente superiore a quello che, oggi, l’Eurostat dovrebbe certificare invece per l’intera Eurozona nello stesso periodo. L’obiettivo dell’inflazione al 2% simmetrico perseguito dalla Banca centrale europea si avvicina, tanto che — dopo il taglio dello 0,25% deciso a giugno e la pausa deliberata a luglio — l’Eurotower di Francoforte dovrebbe confermare l’intenzione di tornare a ridurre il costo del denaro nella prossima riunione di politica monetaria, il 12 settembre.
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