A testa alta. Non c’è sensazione agro-dolce. Ci sono solo soddisfazione e orgoglio e sorrisi. Perché il Centre Court di Wimbledon e il tennis tutto si inchinano al Rinascimento italiano: a Jannik Sinner, che perde solo al quinto set, lottando per 4 ore anche se debilitato contro un avversario doc come Daniil Medvedev, e a Jasmine Paolini, che sprinta nella partita perfetta contro Emma Navarro che l’aveva battuta tre volte su tre e porta la prima azzurra di sempre in semifinale ai Championships, lei che non aveva mai vinto una partita sull’erba, salendo già virtualmente al numero 5 del mondo — terza italiana di sempre top 5 dopo Schiavone ed Errani -, ancor prima di sfidare domani Donna Vekic, per replicare la finale del Roland Garros (persa contro Iga Swiatek).
Sinner, malore durante il match con Medvedev: «Mi gira tutto». Partita sospesa per 10′, poi Jannik rientra in campo
NUMERO 1
I numeri 1 si piegano ma non si spezzano. I numeri 1, come Sinner, il primo di sempre del tennis italiano, possono perdere nei quarti di Wimbledon, ma con la standing ovation del Centre Court e l’applauso del vincitore Doc, Medvedev, che interrompe l’emorragia dopo 5 ko di fila: «Sapevo che per batterlo sarebbe stata una partita dura, non è uno che batti facile». Daniil in semifinale ora troverà Alcaraz, che si è sbarazzato di Paul.
I numeri 1 strappano il primo set al tie-break ad un ex numero 1, anche lui campione Majors, versione linea Maginot da fondocampo, e ci riescono solo per 9-7. I numeri 1 possono accusare un vistoso calo di energie, e quindi di iniziativa, che il Kraken russo di là del net nota, e ne approfitta, prendendosi il secondo set per 6-4 e il break d’acchito nel terzo. I numeri 1 soffrono di «giramenti di testa e nausea», devono scappare sottocoperta col medico per 11 minuti, eppoi comunque lottano, si riprendono il break sul 5-5, conquistano due set point sul 6-5 (sbagliano il secondo), arrivano al tie-break anche se poi proprio non ce la fanno a sfruttare le occasioni. I numeri 1 reagiscono ancora e dominano a sorpresa il quarto set per 6-2 solo con la forza della mente. Poi però si ritrovano senza benzina, cedono il break del 3-1, si ribellano ancora alla sconfitta e, solo dopo il game più lungo del match, si arrendono infine per 6-3 ai propri insoliti 45 errori gratuiti.
GESTIONE
I numeri 1 come Sinner spiegano: «Non mi sentivo bene già dalla mattina. Poi con la stanchezza non è stato facile. Quando ho chiesto l’intervento medico il fisio mi ha suggerito di prendermi un po’ di tempo perché mi ha visto in faccia e non sembravo in condizione di giocare. Ho cercato di lottare con quello che avevo. Non ho vomitato, ma mi girava parecchio la testa. Quando sono tornato in campo ho cercato di dare il meglio». I numeri 1 non si ritirano: «Non ci ho mai pensato, non vuoi mai abbandonare un quarto di finale Slam. Mi ha sorpreso che sono riuscito ad allungare la partita. Due anni fa mi sono ritirato tante volte, e non voglio farlo perché non mi sento bene. In qualche modo potevo giocare». E rilanciano: «Devo vedere come gestire queste situazioni».
URAGANO JAS
Anche se ha appena 22 anni, Sinner è un campione già consolidato, Jasmine Paolini, a 28, è la rivelazione di Wimbledon, la ragazza col sorriso che conquista, la piccoletta (1.63) che dribbla la potenza delle walkirie avversarie senza paura. Sotto 2-1 contro l’avversaria-tabù, all’improvviso cambia marcia, comincia a tirare a più non posso da fondo e poi a prendere la rete senza sosta. Così schizza letteralmente via, con un 6-2 6-1 senza storia, in 58 minuti perfetti, imprendibile per la pur solida Navarro (castigatrice di Coco Gauff), sciorinando un gioco tutto in velocità, con volée perfette, facendo commuovere coach Renzo Furlan, che l’ha forgiata dal servizio al dritto a tutti i colpi e la compagna di doppio Sara Errani che le ha dato quel po’ di pepe in più ad esaltare quei piedi alati, regalo del nonno del Ghana.
«IO, PROPRIO IO?»
Jas è la sorella e la figlia ideale, la ragazza della porta accanto che ci salva quando ci manca qualcosa in casa e ci fa ridere con una battuta. «E’ incredibile, è eccezionale vincere una partita così in questo campo», racconta a caldo. «Sono talmente contenta che non trovo le parole. E’ davvero speciale. E’ un sogno essere qui in semifinale. Da bambina guardavo le fasi finali di questo torneo ed ora mi sembra incredibile di essere proprio io qui in semifinale a Wimbledon. Ho giocato proprio un gran match: lei è una tosta come avversaria, infatti ci avevo perso tre volte su tre. Quindi devo aver fatto proprio una bella partita stavolta…». Che anno quest’anno: primo urrà “1000” a Dubai, prima finale Slam (al Roland Garros) e ora questo miracolo ancora in corsa all’All England Club: «Contro Vekic sarà dura. Cercherò di dare il cento per cento, combatterò su ogni palla». Quasi lanciando la volata al terzo azzurro nei quarti, Lorenzo Musetti, che oggi vuole la sua fetta di gloria contro l’americano Taylor Fritz. «L’italiano è un artigiano di molto talento, un ottimo giocatore sull’erba, bisogna aggredirlo per evitare che giochi al gatto col topo», suggerisce coach Michael Russell. Gli italiani lo fanno meglio, come cantava Madonna. A testa alta.
Jasmine Paolini vola in semifinale a Wimbledon: battuta in due set Emma Navarro
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