La partenza tonica di Wall Street, rinfrancata dal dato sui sussidi della disoccupazione americana, ieri pomeriggio ha cambiato l’andamento delle Borse europee, che avevano avuto un avvio negativo, confermando la volatilità dei mercati. Il Dax 30 di Francoforte ha virato in positivo (+ 0,37%), mentre il Ftse 100 di Londra e Milano hanno limato i ribassi rispettivamente a — 0,27 e — 0,28%, il Cac 40 di Parigi a — 0,26%, mentre Euro Stoxx 50 (principali titoli dell’eurozona) ha chiuso in parità. Negli Usa i listini hanno chiuso in netta crescita: Dow Jones +1,76% e Nasdaq +2,86%.
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione Usa, inferiori alle attese, hanno placato il nervosismo del mercato, dalla fine della scorsa settimana in bilico per la paura di una recessione Usa e per il carry trade (la pratica speculativa del prendere a prestito denaro in paesi con tassi di interesse più bassi, per convertirlo in valuta di paesi con un rendimento maggiore) sullo yen, dopo la decisione della Banca del Giappone di alzare i tassi che ha costretto gli investitori a vendere, provocando smottamenti nelle Borse, come ai tempi del Covid e dei mutui subprime. Per gli analisti di JpMorgan, però il peggio è passato, si vede la luce in fondo al tunnel in quanto il 75% dei contratti è stato chiuso.
«Il dato di oggi (ieri, ndr) sull’occupazione Usa è incoraggiante, ma occorrerà comunque una serie di conferme perché il recupero dei mercati azionari sia credibile. Meglio, dunque, non rincorrere il primo rialzo ma distribuire gli acquisti nelle prossime settimane», spiega al Messaggero Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos.
«Per avere un’idea della volatilità dei mercati, due giorni fa il rimbalzo è stato più marcato di oggi (ieri, ndr) senza novità. Oggi (ieri, ndr) i listini sono saliti per una notizia reale (i dati Usa), però, a mio avviso, non è per forza il segnale della svolta, dopo lo choc. Adesso torniamo solo al punto di partenza».
Ieri c’è stato un andamento contrastato per i titoli del comparto bancario nel giorno in cui la britannica Hsbc ha alzato i target price su Intesa Sanpaolo (- 0,33%), Bpm (- 1,51%) e Bper (+0,47%). Kepler Cheuvreux ha invece promosso Interpump (+0,60%) a “buy”. Tra le aziende di pubblica utilità spiccano il +0,49% di Hera, il +1,11% di A2a.
MAXI-ROSSO DI FRANCOFORTE
Dal 30 luglio a ieri i listini evidenziano ancora saldo negativo: Londra del 3%, Madrid del 5,8%, Francoforte del 4,5%, Zurigo del 3,7%, Parigi del 3,7% e Milano del 6,3%.
Per Fugnoli non siamo dall’altra parte della sponda. L’instabilità durerà sino a dicembre. «Sarà un processo più lungo e impegnativo e rimarrà una grande incertezza sui mercati sino a fine anno, perchè, mentre due settimane fa era diffusa la certezza di un soft lending (rallentamento della crescita), nei prossimi mesi si alterneranno segnali positivi come oggi (ieri, ndr) e segnali più incerti per cui continuerà a essere discussa la possibilità di un atterraggio almeno l’anno prossimo e questo limiterà il potenziale di rialzo dei mercati».
Come devono muoversi i risparmiatori? «Molti pensano: c’è stato un mini crash, il mercato si riprenderà subito come prima e se ho liquidità mi conviene entrare e comprare», conclude Fugnoli. «Invece è prudente, vista l’incertezza e il nervosismo dei prossimi mesi, distribuire gli acquisti nelle prossime settimane». In quali settori? «La sanità sì, perchè ha valutazioni compresse, sul tech c’è una situazione più complessa, la sua immagine si è un pò appannata e resta un veicolo di trading liquido e volatile, ma poi c’è la possibilità che torni in seconda fila. Mentre è il caso di riconsiderare il settore industriale».
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