Ursula von der Leyen è stata eletta per un secondo mandato alla guida della Commissione Ue, con 401 voti favorevoli. Ma la sua riconferma è avvenuta senza il sostegno di Fratelli d’Italia, che ha votato contro. «Il nostro no conferma la nostra coerenza — spiega Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera — La strada maestra da percorrere, l’unica che avrebbe correttamente interpretato il voto che i popoli europei hanno espresso a giugno, era quella che avrebbe garantito una svolta rispetto al programma della prima legislatura di Von der Leyen».
Von der leyen, sempre più consensi in Parlamento: il confronto con il 2019 e i «nuovi» voti
Ora che la presidente della Commissione è stata eletta, bisogna iniziare a pensare ai commissari. Dopo lo sgambetto fatto da Fratelli d’Italia alla presidente tedesca, quale sarà il ruolo del ministro Raffaele Fitto? Resta in pole positon tra i commissari?
Gli effetti
La decisione di Fratelli d’Italia potrebbe condizionare il ruolo che l’Italia potrà svolgere negli equilibri europei. L’Italia avrà sicuramente un commissario — come stabilito dai Trattati, che prevedono un Commissario per ciascuno dei 27 Stati membri — ma è probabile che non riceva le «deleghe di peso» richieste ripetutamente dalla maggioranza di governo, che auspicava un ruolo di primo piano per il ministro Raffaele Fitto. «Abbiamo lavorato duramente durante tutta la campagna elettorale per unire le forze democratiche e avere una maggioranza al centro per un’Europa forte — ha sottolineato von der Leyen -L’approccio è stato quello di dire a tutti coloro che sono a favore dell’Europa, dell’Ucraina, dello Stato di diritto, che offriamo loro di lavorare insieme.
E il risultato di oggi credo parli da sé».
Tempi lunghi
Ma ancora c’è tempo: le procedure per definire la nuova Commissione dureranno settimane. Von der Leyen, in collaborazione con il Consiglio Ue, dovrà selezionare i commissari, che dovranno entrare in carica entro sei mesi dalle elezioni del Parlamento europeo.
Chi è Raffaele Fitto
Un’esperienza da eurodeputato, presidente della Regione Puglia e ministro per gli Affari regionali nel quarto governo Berlusconi. Raffaele Fitto è il ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr del governo Meloni. Dopo una lunga carriera politica iniziata con la militanza nella Dc a soli 19 anni, passata per Forza Italia e approdata in Fratelli d’Italia.
Il percorso
Nato a Maglie, in provincia di Lecce, il 28 agosto 1969, Raffaele è figlio del politico democristiano Salvatore Fitto, presidente della Regione Puglia dal 1985 fino alla sua morte, nel 1988. E’ questo l’anno in cui il giovane Fitto inizia la sua militanza nella Dc, con cui viene eletto in consiglio regionale della Puglia nel 1990. Nel 1994 arriva la laurea in giurisprudenza e, con lo scioglimento della Dc, l’adesione al Partito Popolare Italiano di Rocco Buttiglione, che seguirà nell’alleanza con la neonata Forza Italia. Nel 1995 viene riconfermato in regione, dove diventerà assessore e vicepresidente. Nel 1999 è eletto parlamentare europeo con Forza Italia. Rimane in carica solo per un anno perché nel 2000 si candida alla guida della Puglia, diventando il più giovane presidente di Regione della storia della Repubblica. Ricandidatosi alle regionali del 2005, è sconfitto per un soffio da Nichi Vendola. L’anno dopo, Fitto approda in Parlamento come deputato Fi, e nel 2008 è nominato ministro per gli Affari regionali nel governo Berlusconi IV.
La rottura con Forza Italia
Nel 2014 torna a Strasburgo con la vittoria alle europee, ma quello stesso anno si consuma la rottura con Forza Italia a seguito del patto del Nazareno. Il divorzio definitivo arriverà nel 2015. Due anni dopo nasce l’esperienza di Direzione Italia, ma dopo il fallimento alle elezioni del 2018, il partito si federa con Fratelli d’Italia per le europee del 2019, in cui Fitto risulterà rieletto. Nel 2020, Fitto si ricandida a governatore della Puglia, ma viene battuto dal presidente uscente Michele Emiliano. Alle politiche del 25 settembre scorso è stato eletto deputato con Fratelli d’Italia.
Il passaggio di testimone
A Fitto si deve la rete di relazioni che ha portato Fratelli d’Italia a diventare una forza politica centrale nell’Ecr, il partito dei conservatori Ue. Se eletto, le sue deleghe passerebbero al fidato sottosegretario Alfredo Mantovano, in alternativa, ad interim alla premier stessa, senza ricorrere ad un vero e proprio rimpasto.
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