28.07.2025
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Economy

Volkswagen sbatte sui dazi. Utile in calo a 2,3 miliardi. Puma taglia le previsioni


I dazi di Donald Trump sono già costati a Volkswagen 1,3 miliardi di euro. A Wolfsburg, quartier generale della casa automobilistica tedesca, si auspica un accordo il più rapido possibile tra la Commissione europea e l’amministrazione statunitense. Tra aprile e maggio, le esportazioni di auto tedesche verso gli Stati Uniti hanno subito un drastico calo: secondo i dati della Vda, l’associazione che riunisce l’industria automobilistica tedesca, si registra una flessione rispettivamente del 13% e del 25%.

«Non si può pensare che la situazione sia temporanea», ha dichiarato l’amministratore delegato Oliver Blume, commentando i risultati del secondo trimestre dell’anno. I conti evidenziano un nuovo calo dell’utile, sceso a 2,3 miliardi di euro.

LE STIME

Alcuni marchi, come Audi e Porsche, dipendono in larga parte dalle esportazioni verso gli Stati Uniti, in partenza sia dall’Europa che dal Messico. L’impatto dei dazi del 25% sulle automobili si è sommato a difficoltà pregresse comuni a tutto il settore, che avevano già spinto l’azienda a varare un piano di riorganizzazione, incluso un accordo con i sindacati per il taglio di circa 35.000 posti di lavoro entro il 2030.

Nell’attesa che Bruxelles e Washington trovino un terreno comune, Wolfsburg si muove in autonomia. Volkswagen è tra le multinazionali che hanno promesso nuovi investimenti negli Stati Uniti. «Sono stato personalmente a Washington, e da allora il dialogo è costante», ha raccontato Blume in un’intervista alla Süddeutsche Zeitung, parlando di discussioni «costruttive». Secondo quanto riportato da Reuters, anche altre case automobilistiche tedesche sono in contatto con l’amministrazione americana per ottenere concessioni in cambio di investimenti sul suolo statunitense. Una strategia che ricalca l’obiettivo dichiarato della politica protezionistica di Trump: riportare la produzione negli Stati Uniti.

Blume aveva già fatto riferimento all’impatto dei dazi in una email ai dipendenti Porsche, rivelata da Bloomberg: «Il modello di business utilizzato per decenni non funziona più nella sua forma attuale. Le tariffe si sono sommate al calo delle vendite in Cina».

Il risultato? Oltre al tonfo dell’utile, Volkswagen ha rivisto al ribasso le previsioni per il 2025.

Le automobili non sono l’unico settore della prima manifattura d’Europa a risentire dell’incertezza globale innescata dalle politiche protezionistiche.

Anche Puma ha dovuto tagliare le stime sugli utili per quest’anno. Il titolo del marchio dell’abbigliamento sportivo è crollato del 16% sul listino di Francoforte. L’azienda prevede ora di chiudere l’anno con un margine operativo lordo negativo, anziché con un risultato positivo compreso tra 445 e 525 milioni di euro. I dazi, spiegano i vertici, avranno un impatto sull’utile netto stimato in circa 80 milioni.

Rispetto alle previsioni precedenti, Puma stima ora un calo delle vendite annuali di una percentuale a due cifre (bassa). Nel secondo trimestre, la società ha registrato performance più deboli nei suoi mercati chiave: Nord America, Europa e Grande Cina. Il fatturato, al netto degli effetti valutari, è sceso del 2%, attestandosi poco sopra i 1,9 miliardi di euro.

LE IMPRESE

Nonostante tutto, in Germania si registra un lieve miglioramento della fiducia tra le imprese. A luglio, l’Istituto Ifo ha rilevato un clima più positivo: l’indice che misura l’umore del mondo produttivo tedesco è salito a 88,6 punti, in crescita rispetto agli 88,4 di giugno e agli 87,5 di maggio. Tuttavia, le aspettative restano caute: «La ripresa dell’economia tedesca rimane piatta», si legge nel report, sottolineando che commercio e servizi non offrono segnali incoraggianti.

L’attenzione è ora rivolta all’incontro in programma domani in Scozia tra Ursula von der Leyen e Donald Trump. Al vertice guardano con interesse anche le imprese francesi: secondo i dati delle dogane d’Oltralpe, circa 2.000 aziende sarebbero esposte al rischio dei dazi, pari a circa la metà dell’export francese verso gli Stati Uniti.


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