24.10.2025
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Economy

via alla trattativa su pesi e quote


Lo schema di accordo è pronto. Ma per far decollare i lavori del maxi-polo europeo dei satelliti da 10 miliardi che può sfidare la Starlink di Elon Musk, mancava ieri ancora il via libera ufficiale di Thales e Airbus. È arrivato invece di fatto l’ok preliminare da parte del cda straordinario di Leonardo che ha esaminato il dossier e aspetta solo l’ok degli altri due partner per l’annuncio congiunto. Salvo imprevisti dell’ultima ora che non si possono escludere data la delicatezza del dossier e i fragili equilibri francesi, sarà oggi il D-day per procedere con i piani dei tre colossi nello spazio, secondo alcune fonti.

Nonostante l’ottimismo sui tempi espresso dei giorni scorsi dallo stesso numero uno di Leonardo, Roberto Cingolani, una certa cautela è d’obbligo anche a poche ore dal probabile annuncio. Alle spalle c’è oltre un anno di complesse trattative su equilibri di potere, valutazioni, questioni Antitrust e, più recentemente, una crisi politica in Francia. E poiché le bocche restano rigorosamente cucite tra le aziende coinvolte nell’affare, non c’è ancora alcuna garanzia della firma, avvertono le stesse fonti.

Secondo quanto confermato anche dalle indiscrezioni citate da Reuters, le tre società hanno concordato il quadro generale dell’accordo, subordinato all’approvazione dei consigli di amministrazione e delle autorità regolatorie, con ulteriori dettagli operativi da definire in seguito, partendo da quote così ipotizzate: Airbus alla guida con il 35%, con il restante 65% diviso equamente tra Leonardo e Thales.

I PESI PER LA SFIDA A SPACEX
La partita in gioco è alta. Il decollo del polo Leonardo-Thales-Airbus è un tentativo in extremis di recuperare spazio in una contesa presidiata ormai saldamente da americani e cinesi. Si tratta di consolidare asset europei frammentati, sul modello della scelta fatta da Francia, Italia e Regno Unito di creare la joint venture MBDA per i missili nel 2001. Considerando che le principali società satellitari Ue (Airbus e la space alliance tra Leonardo e la francese Thales, che si dividono due joint venture come Telespazio e Thales Alenia Space) erano un tempo considerate pioniere dello spazio commerciale, ma sono state relegate a un ruolo marginale dai colossi tecnologici guidati dalla SpaceX di Musk e da un cambiamento del mercato verso satelliti a basso costo in orbita terrestre bassa.

La definizione degli assetti di governance, uno degli aspetti cruciali dei negoziati, sembra arrivata a una quadratura del cerchio, dalle cariche di presidente e ad a quelle del direttore finanziario. E non è un affare da poco visto che in passato gli equilibri di governance hanno scatenato frizioni rilevanti. Basti pensare alla stessa Airbus.

Leonardo intende certamente difendere gli interessi italiani a ritagliarsi un ruolo da protagonista nel nuovo equilibrio della difesa Ue, in linea con l’agenda della premier Giorgia Meloni. Ma potrebbe essere la francese Thales di Patrice Caine, in prima linea nell’accordo, a condurre in prima battuta la nuova impresa, in un meccanismo di probabile di turnazione delle cariche. La francese Airbus è considerata invece la più incline a ridurre l’esposizione nel settore spaziale, dopo le perdite nella divisione e i 2.000 tagli di posti di lavoro.

Tra i nodi cruciali dell’accordo ci sono i pesi e i contributi industriali e di ricerca e sviluppo della nuova alleanza sotto stretta osservazione della politica e dei sindacati. Va ricordato come il sindacato francese Force Ouvriere ha dichiarato il mese scorso che la semplice unione degli asset non può sostituire una strategia spaziale Ue coordinata. E tra Antitrust e rivalità nazionali, più di un tentativo è già naufragato. Intanto sia Airbus che Leonardo hanno già esortato i regolatori Ue ad allentare la presa sui paletti da imporre in un panorama competitivo ormai globale.


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