Non sono indagate, ma le gemelle Paola e Stefania Cappa continuano a rubare i riflettori nel caso di Garlasco. La Procura le dovrà ascoltare come testimoni, anche se la loro convocazione non dovrebbe essere imminente. Ma c’è chi prova a metterle sulla scena del delitto. Un’ipotesi che non ha mai sfiorato gli inquirenti. Di certo, se l’attenzione su di loro è così alta, lo si deve proprio al comportamento delle due gemelle.
Quel tentativo di mostrarsi a tutti i costi vicine a Chiara Poggi nel 2007, con tanto di fotomontaggio mal riuscito, gli sta costando ancora caro. E fu il padre, l’avvocato Ermanno Cappa, un principe del Foro, a fargli notare che stavano sbagliando.
Sempio, il codice (da diari e social): citazioni del “Piccolo principe”, disegni e frasi inquietanti. «Ho fatto delle cose talmente brutte»
Il settimanale Giallo ha riportato il testo di un’intercettazione del legale con la figlia Stefania: «Vi stritolano, siete già su internet, fate ridere i polli. Vi stanno prendendo per il c**o tutto il mondo», avrebbe detto loro l’uomo. Il settimanale riporta anche il tentativo di Ermanno Cappa di infangare Vittorio Feltri, da sempre convinto dell’innocenza di Alberto Stasi.
Le indagini su Sempio
Come detto, Stefania e Paola Cappa non hanno nulla a che fare con le indagini, che si continuano a concentrare su Andrea Sempio. Gli investigatori hanno finito di raccogliere le testimonianze degli amici, ma sono ancora alla ricerca del testo che il 37enne scrisse nel 2013 a un corso di giornalismo, nel quale parlò proprio del caso Poggi.
Era stato lo stesso Sempio a dichiarare di aver scritto l’elaborato nel corso di una perquisizione. Oltre alla consulenza dattiloscopica, disposta dalla Procura di Pavia e che ha evidenziato la traccia palmare numero 33 sul muro delle scale verso il seminterrato della villetta dei Poggi e ritenuta riconducibile all’indagato, allo stato i magistrati che hanno riaperto l’inchiesta sull’omicidio, per cui è stato condannato in via definitiva a 16 anni l’allora fidanzato di Chiara, Alberto Stasi, non sembrano intenzionati a disporne altre a breve.
Il momento cruciale rimane, quindi, quello del 17 giugno, quando comincerà l’incidente probatorio sui reperti mai analizzati oppure riconsiderati ora con tecniche più sofisticate rispetto a quelle di quasi 18 anni fa.
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