Vannacci—Pozzolo, la “strana coppia” che ha agitato i corridoi di Palazzo Montecitorio. «C’è Vannacci in Transatlantico. Che ci fa qui?», è la domanda che ha rimbalzato nelle chat dei parlamentari leghisti nella tarda mattinata di mercoledì mentre si festeggiava la cucina italiana Patrimonio dell’Unesco. Nessuno, neppure tra gli ex lumbard, erano a conoscenza dell’arrivo alla Camera del deputato europeo e vicesegretario della Lega. Da qui la corsa a capire il motivo della visita e chi dovesse incontrare il generale. E tra chiacchiere e salottiere, all’ora di pranzo arriva la conferma: c’è stato un faccia a faccia tra Roberto Vannacci e Emanuele Pozzolo. «Ci parliamo sulla base di idee», spiega l’ex deputato di Fratelli d’Italia. Poi precisa: «C’è una comunanza di visioni con molte posizioni del generale». Un’affinità che si inserisce nel percorso politico di Pozzolo, partito da Alleanza Nazionale, passato per Lega Nord e poi approdato nel partito della premier. Un’esperienza che ha concluso bruscamente, in seguito alla sua espulsione da FdI dopo i fatti della notte di Capodanno 2024, quando il deputato di Vercelli ha sparato un colpo di arma da fuoco ferendo un partecipante alla festa di San Silvestro. E ora, l’avvicinamento a Vannacci, viene letto da alcuni come un segnale politico. Dopo Pozzolo, infatti, il generale ha incontrato anche un altro ex FdI, Manlio Messina. Nei corridoi circola l’ipotesi che Vannacci stia sondando il terreno nel gruppo misto per costruire una rete di “fedelissimi” a Roma. Di certo, due incontri che non sono passati inosservati. I più attenti hanno notato l’assenza in Aula dei deputati del Carroccio con un orientamento più sovranista: da Edoardo Ziello a Elisa Montemagni, da Domenico Furgiuele a Rossano Sasso. Matteo Salvini, spiegano fonti, era all’oscuro della visita romana del generale. Da Via Bellerio iniziano a suonare i primi campanelli d’allarme.
© RIPRODUZIONE RISERVATA



Leave feedback about this