Riparliamone dopo le ferie. La più classica delle formule, quanto mai inflazionata in questi giorni, verrà utilizzata per lasciare decantare polemiche e irritazioni sul pasticcio del comitato dei vaccini che a dieci giorni dalla sua nomina è stato azzerato dal ministro della Salute, Orazio Schillaci. I nuovi esperti saranno scelti a settembre, senza fretta.
La lista dei nominati del 5 agosto ha causato una rivolta nel mondo scientifico, con tanto di raccolta di 35mila firme per una petizione sottoscritta anche dal premio Nobel Giorgio Parisi e dal farmacologo Silvio Garattini. La contestazione riguardava il fatto che tra i 22 membri fossero stati inseriti Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite, che in passato avevano espresso posizioni contrarie ai vaccini, anche prima della pandemia. Una delle esperte nominate, la responsabile della Prevenzione della Regione Veneto e della Conferenza delle Regioni, Francesca Russo, si era dimessa spiegando: «La decisione è maturata a seguito della valutazione della composizione del gruppo, nella quale sono presenti componenti che, in passato, hanno più volte espresso pubblicamente posizioni non coerenti con le evidenze scientifiche in materia di vaccinazioni, arrivando in alcuni casi a sostenere o diffondere messaggi contrari alle strategie vaccinali nazionali».
Schillaci alla fine ha deciso l’azzeramento di quello che formalmente si chiama Nitag, Gruppo Tecnico Consultivo Nazionale sulle Vaccinazioni. Il giorno dopo però da Palazzo Chigi è trapelata «irritazione» per questa decisione non concordata anche perché le nomine erano frutto, di fatto, delle indicazioni dei vari partiti di maggioranza. Cosa succederà ora? Il ministro Schillaci, che aveva anche minacciato di dimettersi, a settembre lavorerà su una lista di nomi più vasta che sarà poi concordata con il resto del governo e scremata. Punterà prima di tutto sul coinvolgimento degli ordini professionali che avevano lamentato proprio di essere stati tenuti fuori. Inoltre, si punterà da una parte sulla solidità dei curricula degli scienziati presi in considerazione, dall’altra sulla necessità di garantire il massimo del pluralismo, anche tra chi ha posizioni sfumate sui vaccini, senza però compromettere il rigore scientifico. Non sarà semplice, perché è evidente che i due nomi contestati dalla comunità scientifica non sono emersi dal nulla, per magia, ma sono stati indicati da sensibilità interne alla maggioranza che non scompariranno a settembre. Il ministro, medico ed ex rettore dell’Università di Tor Vergata di Roma, in queste ore deve fare i conti con il suo percorso di scienziato e tecnico: non è un politico. Sempre a settembre, affronterà altri due esami decisivi: tornerà al consiglio dei ministri il suo provvedimento sulla riforma delle professioni mediche, fermato due settimane fa dalle perplessità espresse da alcuni esponenti del governo nella parte che riguarda lo scudo penale.
RISORSE
Non solo: al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, Schillaci ha chiesto due miliardi di euro di risorse aggiuntive per la sanità da inserire nella manovra per un grande piano di assunzioni di medici e infermieri. L’irritazione di Palazzo Chigi per il metodo scelto nell’azzerare il comitato, ma anche le spinte di componenti della maggioranza che non hanno gradito la bocciatura dei due esperti vicini ai no vax, rischiano di indebolirlo. La presidente della Consulta nazionale di Forza Italia, Letizia Moratti, però osserva: «Accolgo con favore la decisione del ministro Schillaci di revocare le nomine del comitato vaccini.
È fondamentale che organismi così strategici per la salute pubblica siano composti da figure di alta competenza scientifica, libere da ogni ambiguità ideologica o da posizioni antiscientifiche. Ringraziamo anche tutto il mondo scientifico che si è mobilitato in questi giorni. La promozione delle vaccinazioni, come di ogni altra misura di sanità pubblica, deve poggiare su basi scientifiche solide e condivise, non su opinioni personali in contrasto con l’evidenza medica». Tra gli scienziati commenta Francesco Cognetti, coordinatore del Forum delle Società Scientifiche dei Clinici Ospedalieri ed Universitari: «Ora, a parte la necessità di acquisire maggiori informazioni su come un fatto di questa gravità sia potuto accadere, è assolutamente prioritario tornare ad affrontare le enormi criticità del nostro servizio sanitario».
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