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Alla vigilia del voto sulla sanzione al giornalista Sigfrido Ranucci, un episodio ha suscitato un ampio dibattito mediatico. Agostino Ghiglia, membro del Garante per la Privacy, è stato avvistato mentre entrava nella sede di Fratelli d’Italia. L’evento ha scatenato presto l’indignazione, ma non è passato troppo tempo prima che arrivasse la smentita in grado di placare qualsiasi insinuazione. Come ha dichiarato Italo Bocchino al Corriere della Sera, Ghiglia non si trovava a Fratelli d’Italia, ma presso la Fondazione Alleanza Nazionale, proprietaria del Secolo d’Italia, che condivide il pianerottolo con la sede del partito di destra. Bocchino ha chiarito che l’incontro si è svolto nel suo ufficio e non ha nulla a che vedere con il voto sul caso Ranucci.
Tuttavia, nella sua intervista rilasciata al Corriere della Sera, Bocchino avrebbe messo in luce un altro aspetto della vicenda che meriterebbe maggiore attenzione, ma che è stato trascurato dai media.
Una storia diversa dalla narrazione ufficiale degli ultimi giorni. Nonostante i media e la sinistra abbiano concentrato l’attenzione sul legame tra la destra e la decisione di sanzionare Ranucci, il voto decisivo è stato in realtà influenzato da un dei due componenti del garante, proposto dalla sinistra. «Il voto era già stato deciso il giorno prima dagli uffici, con una proposta che era stata formalmente depositata», ha spiegato Bocchino. «La componente leghista aveva già dichiarato di essere favorevole alla sanzione. E chi ha deciso l’esito è stato Pasquale Stanzione, con il suo voto che, in quanto presidente, vale doppio. Ghiglia è stato ininfluente».
Cinque giorni dopo, ciò che emerge con certezza è che la decisione del Garante non è stata presa all’unanimità. E’ stata decisa con la maggioranza dei voti e se la matematica non è un’opinione, è chiaro che tre membri su quattro hanno votato a favore della sanzione, e almeno uno di questi proviene da nomine politiche di centrosinistra. Nonostante questo, però, la vicenda solleva una questione importante: il Garante della Privacy, come tutte le autorità indipendenti, è immune dalle pressioni politiche. Le sue decisioni devono essere basate su principi giuridici e non influenzate da orientamenti partitici.
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