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Non è ancora maggiorenne Lamine Yamal e già scomoda paragoni ancestrali: è come Pelè, è più forte di Maradona, ha già fatto più gare e gol di Messi. Sono questi i pensieri che da ieri avvolgono questo fenomeno di 17 anni. Ha già vinto un Europeo con la Spagna, può centrare il Triplete con il Barcellona (Inter permettendo) e punta al Mondiale del 2026 con le Furie Rosse. Inoltre, ha già frantumato un record dopo l’altro.
Il percorso di Yamal
Tutto con facilità: cresciuto nella Masia, la cantera blaugrana, ha bruciato le tappe: a 15 anni e nove mesi ha debuttato in prima squadra, diventando il più giovane esordiente della storia del club.
Ha origini africane: il padre Nasraoui, tifoso storico del Real Madrid, è marocchino, mentre mamma Ebana proviene dalla Guinea Equatoriale. Sul suo contratto oggi c’è una clausola di un miliardo di euro. Che dire di più? Ha tenuto a galla una squadra di marziani, lui che è più marziano di tutti, spaventata e presa in contropiede dalle accelerazioni dell’Inter.
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Senza l’intervento di Yamal – un gol clamoroso e due traverse da posizioni impossibili – per il Barcellona sarebbe stata la più grande debacle della sua storia recente. Ieri sera Lamine ha toccato 101 palloni: «Uno così nasce ogni cinquant’anni», ha riconosciuto Simone Inzaghi, uscito incolume dalle magie del 17enne. È un fenomeno: punto e basta. È un ragazzo come tanti, che a volte si fa abbattere dalla noia alla sua età, come ha spiegato sui social qualche giorno fa: «Mi sono fatto i capelli gialli e scrivo cose su Instagram perché mi annoio. E quando c’è stato il blackout non sapevamo cosa fare, i telefoni non funzionavano».
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Ieri, però, contro l’Inter non si è annoiato per niente. Ha spaventato i blaugrana nel riscaldamento per un dolore alla gamba, ma si è comunque presentato in campo e ha regalato più di 90 minuti di spettacolo. Il calcio è ai suoi piedi. E non può essere il contrario.
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