Unicredit sta valutando una serie di mosse tattico-strategiche per invogliare la Germania a rendere fattibile l’integrazione di Commerzbank, secondo istituto del Paese, di cui la banca italiana ha il 26% più un 3% in derivati.
Uno schema d’azione potrebbe ricalcare quello che Alessandro Profumo, ex ceo di Gae Aulenti, utilizzò nel 2005 per conquistare la bavarese Hvb: aprire le porte del cda di Unicredit a Dieter Rampli, ad della banca tedesca, che prese il posto dell’allora presidente Carlo Salvatori. In quella stagione, Profumo aveva come advisor proprio Andrea Orcel, al tempo top manager di Merrill Lynch.
Come scrive il Financial Times, adesso, secondo i ragionamenti in corso in piazza Gae Aulenti, le porte del cda Unicredit potrebbero aprirsi a rappresentanti di Commerzbank che, come noto, è ostile alla scalata italiana così come il governo di Berlino che mantiene il 12% di Francoforte. Presidente di Unicredit potrebbe diventare l’ad di Commerz, Bettina Orlopp, appoggiata dalla cancelleria. Alle indiscrezioni del quotidiano economico-finanziario britannico, Unicredit ha opposto un «no comment».
Ma c’è di più. Secondo quanto risulta al Messaggero, infatti, oltre alle aperture sulla governance (comprendente anche 2-3 posti in cda tra cui quello del presidente), il modello Hvb potrebbe essere applicato anche sulla tecnicalità dell’acquisizione.
LO SCENARIO
Vent’anni fa, Unicredit lanciò tre offerte: una sulla capogruppo, una sulla controllata Bank Austria e una sulla controllata polacca Bph. Un modello simile potrebbe ora essere utilizzato per Commerz, cui potrebbe andare una prima offerta, e sulle partecipate mBank Sa (polacca) e Comdirect Bank, istituto di online banking tedesco.
Orcel, inoltre, potrebbe adottare un modello di business e organizzativo strutturato in divisioni sulla base dei diversi segmenti di clientela, con varie divisioni di business (una Cee e una Global Banking Services), con le relative società di prodotto.
Con l’integrazione Commerz-Hvb, verrebbe garantita l’autonomia del brand Commerzbank in Germania e quella di mBank Sa in Polonia.
Tra Unicredit, Commerzbank e il governo di Friedrich Merz, non ci sono al momento trattative né colloqui. A metà maggio, Orcel aveva fatto trapelare di non avere fretta e di poter aspettare fino al 2027 prima di decidere di lanciare un’offerta pubblica di acquisto per Commerz. Tra due anni scadrà il cda di Unicredit: se il negoziato dovvesse a quel punto trovarsi in fase avanzata, il board di Gae Aulenti potrebbe essere prorogato.
Unicredit sarebbe inoltre flessibile anche sulle modalità di integrazione, concedendo garanzie concrete per 3-5 anni: nessun taglio di dipendenti, mantenimento del 60-70% delle attuali filiali, trasferimenti di personale concordati con i sindacati, livello di prestiti garantito per un certo periodo di tempo come avviene nella maggior parte delle transazioni bancarie, inserimento di figure manageriali tedesche nella stanza dei bottoni di Gae Aulenti.
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