Sentirsi leggersi e leggere, come una nuvola. «Un sussurro di calma e pace in un mondo rumoroso»: è questo quello che Pantone si augura per tutti gli esseri umani, con la creazione del nuovo «colore dell’anno». Si chiama Cloud Dancer ed è catalogato PANTONE 11-4201: sarà il colore che tutti vorranno nel 2026, per rendere più soffici i loro pensieri.
Molto più di un semplice bianco
Pantone quest’anno, dopo le accesissime tinte degli anni precedenti — Peach Fuzz nel 2024, Viva Magenta 2023 e Very Peri 2022 — prosegue la discesa (o ascesa) verso i colori neutri: dopo Mocha Mousse nel 2025, una tonalità che ricorda in tutto e per tutto la mousse al caffè e cacao, ora è la volta del…
bianco. O meglio, di una tonalità di bianco che sembra descrivere a pieno la nostra necessità di leggerenzza.
Cloud dancer, infatti, a dispetto di quello che pensano alcuni, è molto più di un semplice bianco: «simboleggia un’influenza calmante in una società che riscopre il valore della riflessione tranquilla», scrive su Instagram l’istituto di ricerca che cataloga i colori, condividendo il video di una giovane donna che danza e guarda sognante un cielo pieno di nuvole candide. «Un bianco blindato intriso di serenità, invita al vero relax e alla concentrazione, permettendo alla mente di vagare e alla creatività di respirare» e mentre si legge già sembra un po’ di alleggerirsi, di perdere le zavorre della quotidianità. E’ l’invito a prendersi una pausa, una «presenza aerata» che sembra proprio catapultarci in un mondo meno frenetico, più calmo, ma anche più vivo. «Cloud Dancer va alla deriva tra luce ed eterea — scrivono — invita al rinnovamento, alla visione in serenità e al rilascio creativo».
Una tela bianca
Cloud dancer, però, è anche una tela bianca da cui ripartire, su cui dipingere un nuovo mondo, migliore. E’ «l’invito ad aprire nuove strade e nuovi modi di pensare», spiega Leatrice Eiseman, direttore esecutiva del Pantone Color Institute. Nuovi capitoli della storia globale, a partire dalla ventata d’aria fresca nella giovane New York di Zohran Mamdani, che potrebbe aprire a una nuova stagione politica per la Gen Z. «Non è un bianco puro, non è un bianco tecnico, non è quel tipo di bianco otticamente molto brillante che, se pensiamo al periodo post-Covid, le persone cercavano. Questo è volutamente un bianco non sbiancato, un bianco dall’aspetto molto naturale». Un bianco che, proprio per il suo realismo e la sua anti-artificialità, anche se imperfetto, non solo ci ricorda che vorremmo essere più leggeri, ma ci invita caldamente a farlo.
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