23.05.2025
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Economy

un piano per sbloccare la gara slot


Quella del gioco pubblico è una porta alla quale ogni governo bussa nel momento del bisogno. Che normalmente coincide ogni anno con il periodo durante il quale si prepara la manovra bilancio. Il settore, a torto o a ragione, viene di solito indicato tra quelli “ricchi”. Anche se non di rado i vari incrementi fiscali sono stati direttamente o indirettamente prelevati dalle vincite degli stessi scommettitori. Quest’anno il comparto sarà chiamato a uno sforzo minore rispetto a quello chiesto dalle ultime manovre. Invece del canonico miliardo di euro, lo Stato si “accontenterà” di 400 milioni. Poco più di 120 milioni arriveranno dalla quarta estrazione del Lotto e del Supernenalotto. Era stata introdotta per aiutare le popolazioni colpite dalle alluvioni dell’Emilia Romagna, ora sarà resa permanente.

La restante parte dei soldi arriverà da una proroga biennale delle concessioni delle sale scommesse e delle slot machine, sia di quelle di nuova generazione, le cosiddette Vlt, le videolottery, che quelle, per così dire, 1.0, le Awp. Una proroga delle concessioni resa necessaria dall’impossibilità del governo di poter bandire le gare. Per le sale si va avanti a suon di proroghe da un decennio. Per le slot, con l’allungamento della manovra, si arriverà a quattro anni. Il rischio della “balnearizzazione” del settore delle scommesse e degli apparecchi da intrattenimento è dietro l’angolo.

La “balnearizzazione” dipende dalla “balcanizzazione” delle regole del settore. Ogni Regione ha stabilito delle proprie norme sulle distanze che le sale devono avere da determinati punti sensibili. E ciascuna Regione ha anche definito criteri diversi per definire sensibile un punto. Il fatto è che, nessun concessionario è disposto a partecipare ad una gara e a pagare a caro prezzo una concessione, senza la certezza poi di poter aprire le sale. Il vice ministro all’Economia Maurizio Leo, sta provando a fare ordine e nella delega fiscale ha inserito il principio del «riordino» del settore fisico.

IL PASSAGGIO

Ma il tavolo con le Regioni che dovrebbe sciogliere i nodi è di fatto in panne. Ad agosto del 2025 la delega scade e senza uno scatto la “balnearizzazione” passerà da essere un’ipotesi a diventare una certezza. In questo contesto l’Agic, l’Associazione gioco e intrattenimento in concessione di Confindustria, della quale fanno parte le quattro più grandi società del settore (Igt, Lottomatica, Sisal e Snaitech), ha messo sul tavolo una proposta che potrebbe contribuire a sbloccare il negoziato con le Regioni.

L’idea, nuova, è di ribaltare i termini della questione. Intervenire sul gioco problematico con la prevenzione invece che attendere che la ludopatia diventi conclamata. In che modo? Primo. Alzando, e di molto, il livello di sicurezza delle sale. Prevedendo che il personale sia formato e che non vi possano assolutamente accedere minori o persone che già hanno problemi con il gioco. Secondo. Riducendo ulteriormente il numero delle sale e delle slot, di un altro 10 per cento rispetto a quanto attualmente previsto: 12 mila punti per le scomesse, 200 mila slot e 50 mila Awp.

Terzo. Introducendo una certificazione per i punti di gioco che rispettano gli standard di sicurezza più elevati. In questo senso si introdurrebbe una sorta di «distanziometro giuridico». Chi rispetta tutti i requisiti ed ha la certificazione, non dovrebbe avere nessun vincolo sulle distanze. Per gli altri, invece, la distanza “fisica” andrebbe fissata in 200 metri calcolati come percorso pedonale più breve. Ma solo da alcuni luoghi sensibili, come le scuole o gli ospedali che accolgono reparti di recupero per le dipendenze. Se si troverà la quadra, il governo potrà dare il via alle gare per l’assegnazione delle concessioni che, secondo le previsioni, porterebbero nelle casse dello Stato un paio di miliardi di euro.

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