18.05.2025
12 Street, Rome City, Italy
Fashion

Trump-Harris, chi vincerà? Ultimi sondaggi, parità in Pennsylvania, Florida in bilico. Kamala recupera


A soli tre giorni dalle elezioni Usa, cambia la tendenza e Kamala Harris alza leggermente le sue quotazioni. Secondo le previsioni di El Pais, la candidata democratica ha il 45% di possibilità di vincere la presidenza, rispetto al 55% di Donald TrumpResta il divario che già conosciamo: da un lato, gli analisti di Metaculus e i modelli politici, che vedono una sostanziale parità tra Harris e Trump; dall’altro i mercati finanziari, che vedono il candidato repubblicano leggermente più favorito. Polymarket, per esempio, dà tycoon a quasi il doppio rispetto alla vicepresidente.

Trump attacca Liz Cheney: il padre ha distrutto il Medio Oriente

 

Pennsylvania, parità totale

Secondo l’ultimo sondaggio del Washington Post, in Pennsylvania non ci sarebbe ancora un chiaro leader nella corsa alla presidenza, con la vicepresidente Kamala Harris che gode del 48% dei consensi tra i probabili elettori e il candidato repubblicano Donald Trump fermo intorno al 47%. Il sondaggio rileva che il 37% degli elettori registrati nello Stato descrive l’economia nazionale come buona o eccellente, in leggero aumento rispetto al 33% di settembre. Circa 6 su 10 definiscono l’economia estremamente importante per il loro voto, e gli elettori danno a Trump un modesto vantaggio di 5 punti su Harris per quanto riguarda la fiducia nella gestione della questione. Trump è in vantaggio su Harris con un margine più ampio anche per quanto riguarda la fiducia nella gestione dell’immigrazione, mentre Harris è in testa per quanto riguarda l’aborto e l’assistenza sanitaria. La Cnn ha accorpato il nuovo sondaggio del Washington Post con la media delle sue rilevazioni in Pennsylvania, e il parziale si attesta su un 48% a 48%. Tutti e sei i sondaggi inclusi nella media trovano la gara tra i candidati all’interno del margine di errore, il che suggerisce che non c’è un chiaro leader nella corsa ai 19 voti del collegio elettorale della Pennsylvania.

 

Michigan e Wisconsin

Testa a testa anche in Michigan e Wisconsin, secondo un sondaggio pubblicato oggi dal centro di ricerca Marist, con la democratica in lieve vantaggio in tutti e tre. Più nel dettaglio, in Michigan la vice presidente è al 52% contro il 48% del tycoon, in Wisconsin al 50% contro il 48% e in Pennsylvania al 50% contro il 48%. Sono tutti distacchi che rientrano nel margine di errore dei sondaggi ma cinque rilevazioni degli ultimi giorni in Michigan e tre in Wisconsin hanno dato tutti un vantaggio numerico di Harris nei due Stati.

 

Il caso Porto Rico

Nuova gaffe del presidente americano Biden a pochi giorni dal voto per la Casa Bianca. Volendo replicare a un sostenitore del tycoon che a un suo comizio ha definito Porto Rico «un’isola galleggiante di spazzatura», Biden ha detto: «L’unica spazzatura che vedo galleggiare là fuori sono i sostenitori» di Trump. La successiva precisazione, non argina la bufera che si scatena sul presidente. «Parole terribili, è come Hillary», replica il candidato repubblicano, che si è fatto immortalare nella cabina di un camion delle immondizie. «È disgustoso, attacca metà del Paese», dice a sua volta il candidato vicepresidente Vance. Intanto, anche Arnold Schwarzenegger, protagonista di Terminator ed ex governatore della California, ha dato il suo sostegno a Harris.

Cardi B infiamma Milwaukee

 

La sfida dei seggi

Alle elezioni del 5 novembre potrebbe esserci un doppio, inedito ribaltone al Congresso, con il Senato (si rinnova un terzo dei 100 seggi) che torna ai repubblicani e la Camera (rinnovo completo) che passa ai dem, anche se il secondo scenario sembra più incerto, stando ai sondaggi. Attualmente il partito dell’asinello controlla il Senato con una maggioranza risicatissima (51 a 49). Al Grand Old Party quindi bastano solo due seggi per riconquistare la camera più importante, quella che conferma anche le nomine presidenziali. Se, come previsto, confermeranno i loro 11 seggi (tutte gare giocate in casa) e ne strapperanno uno, il Senato sarà pari ma avranno il voto decisivo del vicepresidente, nel caso Donald Trump tornasse alla Casa Bianca. E un seggio in più sembra già ipotecato in West Virginia, red state dove non si è ricandidato il senatore indipendente Joe Manchin che collaborava con i dem, pur restando spesso una spina nel loro fianco.

 

La mappa degli Stati

Se invece si aggiudicano due nuovi seggi (il secondo più probabile è in Montana), i repubblicani controlleranno il Senato, a prescindere da chi sarà presidente. Certo, sarebbe una maggioranza fragile, perchè le due senatrici moderate Lisa Murkowski (Alaska) e Susan Collins (Maine) hanno spesso votato con i dem e anche contro Trump: in tal caso acquisterebbero un’influenza cruciale. Ma il Gop potrebbe raggiungere anche 54-55 seggi se facesse man bassa negli stati in bilico del Blue Wall. Per i dem, che devono difendere ben 23 seggi, molti dei quali in stati rossi e viola, è una sfida in salita: secondo il pallottoliere di RealClearPolitics, la gara ora è 50 a 43, con 7 seggi ‘toss-up’ (ossia in bilico), di cui 6 ora in mano ai dem (l’unico repubblicano in difficoltà è Ted Cruz in Texas). Ancora più in salita per i dem appare la corsa per la Camera, dove i rivali hanno 221 scranni — tre in più del quorum di maggioranza — contro i loro 214. Secondo RealClearPolitics, la mappa per ora vede i dem con 196 seggi, i Gop con 207, mentre quelli ‘toss-up’ sono 32.

 

Chi è favorito?

Ma nelle valutazioni finali di Cook Political Report, i democratici sono favoriti in 205 seggi, mentre i repubblicani in 208, lasciando 22 seggi nella colonna ‘toss-up’. Se il bottino più contendibile si dividesse a metà, i repubblicani manterrebbero la loro maggioranza con un margine ancora più stretto di 219 a 216 seggi. Se invece ciascuno dei due partiti difendesse i propri territori, i dem raggiungerebbero la soglia magica di 218 mentre gli avversari si fermerebbero un seggio sotto (a 217). Il percorso verso la maggioranza passa attraverso distretti disseminati in tutto il Paese, nei tradizionali stati chiave (Pennsylvania, Arizona, Wisconsin e Michigan) e, sorprendentemente, negli stati affidabilmente liberali di California e New York, dove risiede la maggior parte dei 16 repubblicani che rappresentano i distretti vinti da Biden nel 2020. Si prevede che i repubblicani guadagneranno tre seggi nella Carolina del Nord a seguito di controversie sulla ripartizione dei distretti, mentre i democratici ne guadagneranno due in Louisiana e Alabama dopo che la Corte Suprema ha stabilito che entrambi gli stati hanno tracciato linee distrettuali con l’intento di diluire i voti nelle aree a maggioranza afroamericana.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leave feedback about this

  • Quality
  • Price
  • Service
[an error occurred while processing the directive]