Chissà che il giallo, anche stavolta, non porti fortuna in un momento in cui la Lazio sta ricercando se stessa e l’amore della gente, che ha già dimostrato con gli abbonamenti di essere più che mai attaccata alla maglia. E quest’anno la Away, da trasferta, oltre che nera (utilizzata a Frosinone sabato scorso) sarà proprio gialla. Sì, come quella della Puma con cui la Lazio di Cragnotti nel maggio del ’99 vinse a Birmingham la Coppa delle Coppe in finale contro il Maiorca. Ma stavolta la Mizuno ha scelto uno stile completamente diverso, puntando sul blu Navy per colorare i bordi, il colletto e — ovviamente — i numeri e i nomi sulle spalle in attesa, magari, di uno sponsor da collocare al centro. Purché non sia rosso come quello della Del Monte e non ripetere un altro incidente diplomatico con i tifosi.
Sarà una divisa da trasferta, da alternare con quella nera con numeri e nomi celesti, e la scelta verrà fatta in base al colore della maglie che indosseranno le squadre di casa. Quando le avranno chiare, la Lazio sceglierà quella scura e viceversa. Il primo spot è partito già ieri sui social, ma la presentazione ufficiale è prevista online nella giornata di domani ed è possibile che la squadra già indossi la nuova casacca a Southampton, in serata. In Inghilterra con il giallo addosso, probabilmente, ma dipenderà anche dalla divisa degli avversari: altrimenti l’occasione giusta potrebbe essere quella della trasferta di Udine, nella seconda giornata di campionato con i friulani in bianco e nero. Ritorna il giallo in casa Lazio, dunque, dopo l’ultimo precedente marchiato Macron dell’anno 2013/14 che presentava anche il simbolo della Coppa Italia vinta contro la Roma. Ancora con il presidente Lotito venne scelta la maglia Away di quel colore con la Puma nel 2009/10: si tratta di un’alternanza condivisa tra la società e l’azienda con cui esiste il contratto in corso. Nell’ultima stagione di Sarri i colori da trasferta erano il bianco e il blu, stavolta a Baroni tocca il nero o il giallo. E proprio gialla era una delle maglie più contestate della storia della società ed apparteva alla gestione Cragnotti. Mentre 1998/99 in campionato e in Coppa Italia la Lazio giocava in biancoceleste o in nero con il marchio Cirio sul petto, il patron dell’epoca — d’accordo con la Puma — scelse il giallo quasi elettrico per l’Europa. Poi il destino volle che nel momento in cui venne promosso lo sponsor rosso della Del Monte i tifosi contestarono pesantemente sebbene all’epoca non fossero ancora esplosi i social. La scritta dell’azienda agroalimentare, infatti, era inserita in un pomodoro rosso che collocato sulla maglia gialla richiamava i colori della Roma.
UN’ICONA
Uno scivolone mediatico involontario ma la Del Monte e lo stesso Cragnotti non accettarono la proposta di cambiare il colore del marchio da diffondere in tutta Europa. Operazione riuscita, perché in quella stagione Eriksson e la Lazio conquistarono l’ultima Coppa delle Coppe della storia, a Birmingham contro il Maiorca, gol di Vieri e Nedved, che poi con Nesta alzarono il trofeo al Villa Park. Un’immagine iconica, ancora oggi celebre per tutti i tifosi… biancocelesti. L’anno successivo, considerando le polemiche scatenate dai tifosi e le battute provocatorie dei romanisti, Cragnotti mantenne lo stesso marchio Del Monte in Champions League ma abbandonò il giallo e scelse la maglia a righe larghe bianche e celesti, simil Argentina, in onore di Veron, Almeyda, Simeone e Sensini. La Lazio vinse la Supercoppa Europea a Montecarlo contro lo United e arrivò nei quarti di Champions vincendo a Londra contro il Chelsea.
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