17.05.2025
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Politics

Tra autonomia e sbarchi, la Lega litiga con i vescovi. Salvini: «Sparano a zero»


Autonomia differenziata, Ius scholae e politiche sull’immigrazione, tra Lega e Chiesa è ormai scontro totale. Salvini è su tutte le furie, teme l’accerchiamento, dopo i tradizionali avversari ora si sente attaccato sui capisaldi della sua azione politica pure Oltretevere. Prima le critiche del vicepresidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) Francesco Savino sull’autonomia differenziata, sostenuta dalla Lega e invisa ai vescovi perché «è un pericolo mortale per il Sud», «un cavallo di Troia per creare due Italie: una prospera e l’altra abbandonata a se stessa».

Poi l’apertura dello stesso Savino allo Ius scholae voluto da Forza Italia: «Un atto di giustizia», secondo i vescovi. Infine il monito di Papa Bergoglio, che durante la tradizionale udienza generale del mercoledì in piazza San Pietro è tornato a parlare di immigrazione, ha predicato l’accoglienza e si è scagliato contro «chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingerli». Chi lo fa «con coscienza e responsabilità compie un peccato grave. Dio è coi migranti, stop a respingimenti e leggi restrittive».

Davvero troppo per il leader della Lega, che nel tardo pomeriggio ha affidato il suo sfogo ai social: «I vescovi italiani (tutti?) sparano a zero contro l’Autonomia, approvata in Parlamento e riconosciuta in Costituzione. Con tutto il rispetto ma non sono assolutamente d’accordo: l’Autonomia porterà efficienza, modernità, più servizi ai cittadini e meno sprechi. Voi che ne pensate degli attacchi dei vescovi?».

LA REPLICA
Sembrano dunque lontani i tempi dell’ostentazione del crocifisso, ora Salvini parla nitidamente di «attacchi dei vescovi». «Sono rammaricato, la Chiesa approfondisca la legge», replica Luca Zaia in suo sostegno. E viene a questo punto naturale pensare come le esternazioni del Vaticano possano fare il gioco di Forza Italia, che sta cercando di accreditarsi come principale forza di centro e di intercettare l’elettorato cattolico. Le opposizioni intanto ne hanno approfittato per affilare le armi. Per il capogruppo IV al Senato Enrico Borghi, «l’escalation leghista contro la CEI raggiunge il suo acme. Ora è direttamente il suo leader, che deve ancora accorgersi evidentemente di essere vicepresidente del Consiglio, ad aprire un fronte diretto contro il mondo cattolico e le sue gerarchie».

Particolarmente forti le parole del papa sui migranti, a rimarcare nitidamente la distanza di vedute con la Lega: «Nelle testimonianze che ricevo da parte dei migranti e di chi si impegna per soccorrerli — ha detto il pontefice — ritornano sempre due termini, mare e deserto. Siamo d’accordo che in quei mari e in quei deserti mortali i migranti non dovrebbero esserci». Eppure, sostiene il pontefice, «non è con leggi più restrittive, militarizzazione delle frontiere o respingimenti che otterremo questo risultato».

Ricette dunque lontane rispetto a quelle della Lega, Papa Francesco consiglia infatti di ampliare «le vie di accesso sicure e regolari per i migranti, facilitando il rifugio per chi scappa da guerre, violenze, persecuzioni e da varie calamità», favorire «in ogni modo una governance globale delle migrazioni fondata sulla giustizia, sulla fratellanza e sulla solidarietà», unire «le forze per combattere la tratta di esseri umani, per fermare i criminali trafficanti che senza pietà sfruttano la miseria altrui».

È la conferma che la Chiesa sta entrando con decisione sulle questioni sul tavolo del governo. Solo cinque giorni fa, per la prima volta, un’imbarcazione della Cei — la barca a vela Migrantes — aveva partecipato direttamente alle operazioni di salvataggio di 182 persone in mare, tra la Sicilia e il Nord Africa, insieme all’ong Mediterranea. La Lega a questo punto vuole vederci chiaro e ieri, per bocca di diversi parlamentari, ha puntato il dito contro i vescovi. «La Cei dovrebbe essere chiara coi fedeli — ha detto il deputato Igor Iezzi — e dire quanti migranti intende ospitare il Vaticano. Le critiche costruttive sono sempre apprezzate, siamo certi che i vescovi sapranno proporre soluzioni concrete. Non vogliamo credere che la Cei possa essere influenzata in alcun modo dalla politica».

La senatrice Tilde Minasi ha chiesto se il Vaticano intenda investire sul tema i soldi dell’8 per mille, mentre il deputato Rossano Sasso ha preteso chiarezza su presunte missioni Ong finanziate anche con le risorse provenienti dai fedeli.

Infine, i giudici del Tribunale di Palermo non hanno convalidato la detenzione di cinque migranti che si trovavano nel nuovo centro di Porto Empedocle. Alla base della decisione c’è l’illegittimità del decreto del governo sull’immigrazione. «Uno spiacevole dejà-vu», secondo il capogruppo FdI alla Camera Tommaso Foti che ha ricordato la decisione già assunta dal giudice Iolanda Apostolico che a settembre 2023 non convalidò il fermo di un tunisino nel centro di Pozzallo. La giudice fu poi ripresa a manifestare contro il governo per le politiche sull’immigrazione.

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