Giovanni Toti rivendica «l’interesse pubblico in ogni nostra scelta» ed esprime la certezza «che la maggior parte dei liguri comprendano e apprezzino il cammino fatto e i risultati raggiunti dal nostro governo». Questi alcuni stralci della lettera che il governatore, agli arresti domiciliari dal 7 maggio scorso, ha consegnato all’assessore Giacomo Giampedrone ieri durante l’incontro autorizzato dalla procura di Genova. La lettera verrà letta martedì prossimo in Consiglio regionale dal capogruppo della Lista Toti Alessandro Bozzano.
Il colloquio di oltre 4 ore
Il presidente Toti, ha detto Giampedrone «passa le sue giornate a studiare e a scrivere. Legge tutto, custodisce in una cartellina trasparente gli articoli che possono essere utili per la sua difesa». Giampedrone ha parlato per oltre quattro ore con Toti. «E’ molto sereno e motivato, ha studiato a lungo le carte e vorrebbe riprendere al più presto il suo lavoro al sevizio dei liguri. Al momento infatti non ha intenzione di dimettersi e attende di tornare nel suo ruolo per fare tutti i confronti con la maggioranza e lì decidere il cammino da continuare insieme oppure fare altri tipi di valutazioni, che comunque spettano direttamente a lui. È molto riconoscente agli alleati che lo sostengono, al presidente ad interim Piana, alla giunta e alla maggioranza per il grande lavoro che stanno portando avanti con grande compattezza — ha concluso -. Ed è rimasto anche colpito dai tantissimi messaggi di solidarietà e appoggio che sono arrivati in queste settimane ai suoi familiari».
La mozione di sfiducia
A pochi giorni dalla discussione in consiglio regionale sulla mozione di sfiducia presentata il 28 maggio dai partiti di opposizione esclusa Azione, la procura di Genova ha infatti autorizzato ieri un incontro tra lo stesso Toti e il suo fedelissimo braccio destro, l’assessore Giacomo Giampedrone, alla presenza dell’avvocato Stefano Savi che tutela gli interessi di Toti.
Dall’incontro è emerso anche «il totale convincimento che la giunta e l’amministrazione regionale debbano continuare a lavorare per la realizzazione dei progetti di mandato, che sono stati affidati loro dagli elettori a stragrande maggioranza, con lo stesso spirito di sempre, ma soprattutto con la leale collaborazione fra i fondamentali e non sostituibili input politici per la gestione degli affari quotidiani e l’apparato tecnico istituzionale dell’ente, essendo la giunta pienamente operativa con il vice presidente facente funzioni Alessandro Piana e tutti gli assessori». C’è chi vede in queste parole una certa strategia politica e comunque la determinazione del governatore a non rassegnare le dimissioni, almeno fino ai risultati delle Europee del prossimo fine settimana. A quel punto soprattutto in base al peso che assumeranno i vari partiti e dopo una attenta analisi sulle ripercussioni che l’inchiesta potrebbe avere sulle scelte degli elettori liguri, Toti potrà prendere una decisione. Intanto, l’avv. Savi precisa che «a oggi non è stata ancora depositata l’istanza di revoca della misura, in attesa che il quadro istruttorio si definisca. Una scelta — ha concluso Savi — assunta nella convinzione che il lavoro della Procura terrà nel giusto conto anche le esigenze istituzionali della Regione Liguria». Intanto il giudice Faggioni ha autorizzato Aldo Spinelli (anche lui ai domiciliari per corruzione) a incontrare gli amici di sempre, due ex dirigenti del Livorno Calcio con i quali Spinelli era solito giocare a scopone scientifico. Ufficialmente il giudice ha concesso l’autorizzazione per motivi di salute: Spinelli è anziano e solo ma c’è da giurarci che giocheranno pure a carte.
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