16.05.2025
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Thomas Luciani ucciso a Pescara, polemiche per l’assenza della madre al funerale: «Sono ammalata»


 «La famiglia vuole giustizia. Questo chiedono la nonna Olga e la mamma, che non ha potuto partecipare al funerale per problemi di salute, ma è stata sempre vicino al figlio». A parlare è l’avvocato Giacomo Marganella, che tutela la famiglia di Cristopher Thomas Luciani, il giovane di 16 anni ucciso a coltellate per un piccolo debito di droga e abbandonato in un angolo buio del parco Baden Powell di Pescara. La mamma di Crox, Elisangela vive in Germania da tempo. In paese, a Rosciano dove il giovane è cresciuto, dicono di averla vista l’ultima volta alla Comunione del figlio. L’assenza al funerale l’ha esposta a critiche, soprattutto sui social. Ma in sua vece c’era la sorella, brasiliana anche lei, tornata dalla Germania proprio per rappresentarla alla cerimonia funebre: la zia di Cristopher, Paola, in chiesa sedeva accanto a nonna Olga. Al termine dalla funzione l’arcivescovo di Pescara, Tommaso Valentinetti ha invitato la nonna e i parenti a un incontro in Curia perché «occorre un sussulto di responsabilità: queste cose non sono giustificabili. Queste cose non sono comprensibili» ha detto nell’omelia.

IL PARROCO

Il parroco di Rosciano, Marco Spadaccini, dice che «la mamma di Cristopher sta facendo un percorso e non è potuta venire, so che non voleva vedere il figlio in una bara». Uno choc troppo grande per Elisangela che sta affrontando un problema di salute, che non le ha permesso di essere presente venerdì al funerale di Crox, come gli amici chiamavano Cristopher Thomas. «Nonna Olga sta mandando messaggi positivi ai ragazzi, sta conducendo una battaglia educativa» aggiunge il sacerdote. Si sta scagliando contro la droga e lo spaccio. Anche ieri in tv ha ripetuto: «Ragazzi aprite gli occhi, non siate manichini. Mettete nel salvadanaio i soldi per le dosi e andate a fare una vacanza con gli amici». Per lei Cristopher è il bambino che teneva in braccio da piccolino, quello che andava all’oratorio di Catignano quando lei aveva il negozio di gioielleria, e alla scuola calcio di Rosciano. «Era un bambino entusiasta, vitale, molto sveglio» ricorda il parroco. Nessuno si spiega come sia entrato nel mondo buio della droga. In lui, nel suo animo pesavano l’assenza di quel papà che non l’ha mai riconosciuto e la sua mamma che aveva scelto di andare via dall’Italia, lasciandolo all’età di tre anni nelle mani premurose della nonna, che ne aveva l’affidamento.

IL SINDACO

A Rosciano il sindaco Simone Palozzo è ancora sgomento. In chiesa, al funerale quando ha parlato, non è riuscito a trattenete la commozione: «Dobbiamo fare di tutto per ricordare Cristopher, i riflettori non si devono spegnere. Il 3 luglio faremo un minuto di raccoglimento nel corso dell’insediamento del Consiglio comunale. Inviterò anche la nonna. E vogliamo intitolare al ragazzo il parco che stiamo realizzando a Villa San Giovanni, sarà un inno alla gioventù». Tra Olga e il sindaco c’è un rapporto di conoscenza decennale, legato anche l’affidamento di Cristopher. «La mamma? Non l’ho mai incontrata in questi 15 anni prima da assessore e poi sa sindaco, so che vive fuori dall’Italia» dice il primo cittadino.

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