27.10.2025
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Technology

The Quantum Effect a Venezia


Una mostra per stati paralleli, ciò che accade in una parte si riflette in maniera misteriosa dall’altra: le possibilità si intrecciano e l’idea di un’unica realtà si sgretola.

«The Quantum Effect» a Venezia

Lo SMAC di Venezia, San Marco Art Centre, ha presentato la mostra «The Quantum Effect», curata da Daniel Birnbaum e Jacqui Davies, e prodotta insieme alle OGR di Torino. Un percorso dentro le equazioni della fisica quantistica che da 100 anni ha cambiato radicalmente il modo in cui guardiamo alla struttura profonda delle cose.

Un viaggio tra dimensioni parallele

Dalla grande sala specchiante di Isa Genzken, si aprono due corridoi paralleli che, in linea con il principio di indeterminazione di Heisenberg, ci mettono di fronte alle variazioni e alle possibili alternative rispetto a ciò che la fisica classica considerava reale. Insomma, il gatto di Schrödinger, ormai lo sappiamo, può essere contemporaneamente vivo o morto, senza che tra i due stati ci sia una contraddizione.

Ogni sala dell’esposizione ha il suo doppio. Ad esempio, le equazioni spazio-temporali di Einstein sono rappresentate da un pallone da basket sospeso di Jeff Koons, mentre la teoria delle stringhe prende la forma delle sottilissime ragnatele di Tomas Saraceno. Il teletrasporto diventa l’occasione per un video di Dara Birnbaum su Wonder Woman. Scienza e arte si scambiano i ruoli, e lo spettatore stesso diventa attore inconsapevole di una verità che è per forza multiforme e molteplice, mai uguale a se stessa.

Oltre la fantascienza

In qualche modo, la mostra dello SMAC vuole offrire un’esperienza di mondi paralleli o di altre dimensioni che oggi, a tutti gli effetti, sono parte del discorso scientifico e non solo patrimonio della, sempre troppo sottovalutata, fantascienza.

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