“Ho sentito gli audio, mi sembra veramente strano. Ogni volta che si va avanti con un pezzetto di indagine, iniziano queste curiosità”, così a Storie Italiane su Rai1 con Eleonora Daniele, Sergio Resinovich ha dichiarato riferendosi alle nuove testimonianze emerse sulla morte della sorella Liliana. Al centro dell’attenzione, quella di un pizzaiolo che avrebbe raccontato all’unico indagato, Sebastiano Visentin, che la donna gli aveva chiesto dei sacchi neri dell’immondizia: “Questo pizzaiolo quando esce? Quando la Cassazione rimanda la perizia. Io mi chiedo: il mio ex cognato che vuole tanta giustizia perché non collabora e non va a dire cosa è successo piuttosto che portare persone che non c’entrano niente?”, ha aggiunto con durezza. Il fratello ha poi ricordato l’evoluzione del caso: “È tutto curioso: all’inizio era un suicidio ed era stata chiesta l’archiviazione. Ho fatto ricorso e ci hanno dato ragione: un giudice ha riaperto tutto per omicidio chiedendo i 25 punti che dovevano essere spiegati bene. Da quando è arrivata la nuova Procura che ha continuato le indagini, a marzo il mio ex cognato è stato indagato per omicidio con aggravante”. Sergio ha poi parlato di Jasmina, una testimone che lui ritiene credibile: “Quando mi ha contattato, le ho creduto. A suo tempo Liliana mi raccontava che andavano in questo bed and breakfast e che c’era questa persona simpaticissima. È una donna coraggiosa, che aveva paura per i familiari e per lei stessa, che è stata minacciata più volte da telefonate e quando il mio ex cognato l’ha chiamata per la macchina rotta, lei ha deciso di mandare un amico. Io le credo e mi dispiace che sia stata messa dal giornale locale a paragone ad altri testimoni, come questo dei sacchi. È vergognoso”.
