ROMA «Una riflessione laica» sul terzo mandato. Così la definisce qualche maggiorente di Fratelli d’Italia, al termine dell’esecutivo nazionale, il secondo, dopo quello svolto a inizio legislatura, il 5 ottobre 2022. Sul piatto le prossime elezioni regionali, ma anche il pungolo di sempre: il terzo mandato. Nessuna preclusione per una riflessione, ragiona Giovanni Donzelli, che «si può aprire anche prima delle regionali»: «Le regioni non ce l’hanno posta formalmente, quando lo faranno vedremo anche quali sono i tempi», dice il responsabile Organizzazione di Fdi, tirando in ballo il documento su cui è al lavoro la Conferenza delle Regioni, e che dovrebbe assumere una posizione in merito.
Ma è difficile immaginare che l’impasse venga superata prima della prossima tornata elettorale. Escluso il ricorso a un decreto — che potrebbe incontrare le riserve del Colle — l’unica via a disposizione della maggioranza resta quella del disegno di legge. Stando ai regolamenti parlamentari — che prescrivono il limite minimo di due mesi per l’esame dei provvedimenti in commissione, senza procedura d’urgenza — il terzo mandato non diventerebbe legge nei tempi per consentire una nuova corsa di Luca Zaia in Veneto. I primi a beneficiare di un intervento ad hoc sarebbero il leghista Massimiliano Fedriga, in Friuli, e Marco Marsilio in Abruzzo, regioni dove si voterà più avanti. Tant’è che tra le ipotesi ventilate spunta anche quella di inserire il terzo mandato nella futura legge elettorale. Ma c’è poi anche lo scoglio dei numeri in Aula, data la contrarietà espressa in passato da Forza Italia, in blocco con i partiti delle opposizioni.
Nelle due ore di riunione, infine, anche una riflessione sul fine vita. Tema avanzato da Ignazio La Russa, alla luce dei ddl fermi in Senato. E a cui è seguito un confronto tra le diverse sensibilità presenti all’interno del partito.
Valentina Pigliautile
©️ RIPRODUZIONE RISERVATA
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