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Tajani, l’incontro a Milano con Marina Berlusconi. E Forza Italia lancia la battaglia anti-tasse


Rendez-vous settembrino per ripartire. Sull’uscio di un autunno caldissimo. La battaglia per il taglio delle tasse in Manovra, le regionali, il partito che fu del Cavaliere da rinnovare e rivestire di tutto punto. Milano, lunedì pomeriggio. Antonio Tajani bussa alla porta di Marina Berlusconi. Il segretario di Forza Italia e la Cavaliera hanno avuto un confronto discreto nel capoluogo lombardo al termine di una giornata campale per il vicepremier, riferiscono due fonti informate del colloquio al Messaggero.

In mattinata, un pranzo con Letizia Moratti e un drappello di imprenditori del Nord. Nel menù: i dazi, il taglio delle tasse in Manovra, gli sconquassi internazionali tra Gaza e Ucraina che preoccupano chi investe ed esporta. Poi la visita ad Assolombarda e infine il ritrovo con la figlia primogenita di Silvio Berlusconi.

Incontro «cordiale e informale» fanno sapere dall’entourage del ministro degli Esteri spiegando che non c’è nulla di eccezionale: «Sono amici da anni, si vedono ogni mese per fare il punto». Un canale sempre aperto. L’ultimo faccia a faccia, allora presente anche il patron di Mediaset Pier Silvio e Gianni Letta negli studi Mediaset di Cologno Monzese, risale a fine luglio. È servito a fare quadrato e chiarirsi dopo che dalla famiglia era trapelata qualche riserva sul corso del governo e sulla necessità di rinnovare il partito.

Ora un nuovo caffè con la primogenita nella sua città. Che merita uno zoom, se non altro per i tempi che corrono. Colloquio a tutto campo. Tajani ha informato Marina sugli sforzi del governo per la tregua in Ucraina, le bizze di Trump che un giorno promette di chiudere i giochi, il giorno dopo li riapre e strizza l’occhio a Putin. E nel discorso è entrato anche il dramma di Gaza.

Ma c’è stato tempo, va da sé, per parlare di Forza Italia. La creatura politica di Berlusconi ormai cammina sulle sue gambe e però fa ancora affidamento, almeno in parte, sul sostegno finanziario della famiglia. A inizio estate nelle casse del partito è arrivato un nuovo round di finanziamenti: 600 mila euro dai cinque figli e dal fratello di Silvio, Paolo, e altri 100mila dalla ex compagna del Cav Marta Fascina.

Di soldi non si è parlato nel vis-a-vis milanese. Di televisione sì, en passant: la presidente di Mondadori si è detta entusiasta dell’operazione che ha portato il gruppo Mediaset-Mfe a conquistare la tedesca Prosiebensat dando vita al più grande conglomerato televisivo europeo. Ma c’è stato spazio anche per la politica. Uno sguardo alle prossime mosse del partito azzurro.

Come il “manifesto della libertà” che in pieno revival berlusconiano lancerà il partito alla festa ufficiale di fine settembre.

Opuscolo liberale e liberista nuovo di zecca che accompagnerà la “fase 2” in vista del Congresso nazionale a inizio 2027 (spoiler: Tajani correrà di nuovo e chissà se ci sarà qualcuno pronto a sfidarlo). Più partecipazione e nuove leve, le promesse scandite dal segretario (nel week end, a San Benedetto del Tronto, andrà in scena la festa di Azzurra libertà, il movimento giovanile, tra gli ospiti Carlo Calenda). Tant’è. Ora testa alle regionali e ai due candidati azzurri. Uno favorito dai sondaggi, il governatore uscente della Calabria Roberto Occhiuto, l’altro meno: Mauro d’Attis si prepara a sfidare un agguerritissimo Antonio Decaro in Puglia. Poi ovviamente c’è la Manovra e qui non tutto è oro ciò che luccica. Anzi.

LE RICHIESTE IN MANOVRA

La finanziaria alle porte è finita sul tavolo di una riunione convocata ieri mattina da Tajani nella sede romana del partito in via Lucina. Lunga la lista dei desideri azzurri. Il taglio dell’Irpef per il ceto medio dal 35 al 33 per cento, con l’allargamento dello scaglione da 50 a 60mila euro. L’Ires premiale, caro agli imprenditori che Tajani incontra di continuo sull’asse Roma-Milano, la detassazione delle tredicesime e via dicendo.

Desideri o sogni? La parola finale a Giancarlo Giorgetti, il titolare dei conti pronto a tirare la cinghia un’altra volta: quest’anno sulle casse dello Stato peseranno gli impegni monstre presi dall’Italia con Trump per le spese nella Difesa. Tajani è convinto che le coperture si troveranno. «Dalla riduzione dell’evasione fiscale e poi serve un’azione della Banca centrale europea che riducendo il costo del denaro ci permetterebbe di risparmiare diversi miliardi da utilizzare per ridurre la pressione fiscale».

Si vedrà. Due conti si faranno forse già oggi, a margine della riunione con Meloni, Salvini, Calderoli e Lupi sull’autonomia differenziata. Dove gli azzurri sono pronti a piantare paletti sulla riforma bandiera del Carroccio: prima dei trasferimenti bisogna finanziare i livelli delle prestazioni essenziali alle Regioni.


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