Crescita energia, Europa. Ma, soprattutto, fisco. Con la necessità di trovare gli 11 miliardi che servono per tagliare il cuneo fiscale. È densa di priorità l’agenda di Emanuele Orsini che mercoledì, parlerà per la prima volta in Assemblea alla presenza della premier, Giorgia Meloni.
LA LINEA
Il neo presidente di Confindustria, in sella da 4 mesi, ribadirà molti dei concetti espressi dopo la sua nomina. A cominciare, appunto, dall’appello al governo affinché venga confermata, anche il prossimo anno, la riduzione del taglio del cuneo fiscale («Fa parte del capitale umano e non possiamo pensare di tornare indietro» ha osservato in più di una circostanza Orsini) al fine di irrobustire le buste paga dei lavoratori e di sostenere la ripresa dei consumi. Da Orsini arriverà anche un appello forte all’Europa per rimuovere gli ostacoli che il mondo delle imprese deve affrontare, da coniugare con le politiche ambientali, mentre il numero uno di Viale dell’Astronomia lancerà un nuovo appello per la messa a terra di un piano casa che consenta di accedere ad abitazioni a prezzi adeguati agli stipendi dei lavoratori.
Ovviamente le aziende saranno al centro dell’intervento di Orsini. Per il mondo produttivo, in questo periodo storico, il costo dell’energia elettrica assume una rilevanza primaria perché, ha sottolineato a più riprese il leader di Confindustria, ‘«pesa sui bilanci delle imprese italiane più del doppio rispetto alla Francia. Il gas va ancora considerato una fonte strategica e serve un diverso mix energetico, che comprenda anche il nucleare».
LA STRADA
La necessità di reperire energia a un costo che consenta di essere competitivi sul mercato è fondamentale per la sopravvivenza delle imprese. Dal presidente è già arrivato «»un sì deciso al nucleare per colmare il gap di costo tra noi e gli altri Paese europei. Ci vorrà tempo ma è necessario essere consapevoli perché bisognerà iniziare a lavorarci»’. «’È una fonte che contribuisce alla sicurezza e all’autonomia energetica nazionale, mantenendo stabili le reti elettriche e diversificando le fonti e le rotte di approvvigionamento».
Un richiamo al ruolo dell’Europa dovrebbe arrivare dal presidente, che.in passato ha sottolineato la necessità di arrivare a una politica energetica comune a tutti gli Stati, con un’Europa che assuma di nuovo un ruolo di leadership nella politica industriale. Fondamentale per il settore, inoltre, è il reperimento di risorse: serve un piano di incentivi agli investimenti che vada oltre il Pnrr e, quindi, oltre il 2026. Nel suo discorso, Orsini chiederà al governo di scrivere una legge di Bilancio utile ad accompagnare il Paese verso la ripresa. Alcuni giorni fa, il centro Studi di Confindustria, ha sottolineato che il terzo trimestre dell’anno è stato caratterizzato da una «minore spinta dai servizi e da una performance negativa dell’export». Nello scenario descritto dall’organismo si delinea un’attenuazione nel calo dell’industria che ha ora prospettive sono meno deboli anche se «la fiducia delle imprese ha perso ulteriore terreno». Mentre i consumi vanno adagio proseguendo una «lenta dinamica positiva».
E’ «ancora positiva la dinamica degli investimenti». Insomma la spinta del superbonus è meno forte ma è stato compensata dall’incremento dei fabbricati non residenziali (+1,8%) sostenuti dal Pnrr».
Dinamiche da inquadrare in un contesto in cui «l’inflazione rallenta nell’eurozona e finalmente famiglie e imprese saranno aiutate dal taglio dei tassi, che stimola consumi e investimenti. Risale però il prezzo del gas in Europa».
«Dopo il balzo in agosto (+17,2%), a settembre il prezzo del gas in Europa si mantiene a 36 euro/mwh, da un minimo di 27 a marzo. Scende invece quello del petrolio, a 74 dollari al barile, da un massimo di 90 in aprile», rilevano gli economisti di via dell’Astronomia che avvertono: «Entrambi i prezzi sono più alti rispetto ai livelli del 2019. Il gas più caro alzerà i prezzi dell’elettricità per famiglie e imprese, agendo negativamente sull’inflazione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leave feedback about this