23.05.2025
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Economy

Tagli alle detrazioni, riduzione di 7,5 miliardi sugli sconti fiscali. Statali, dirigenti Pa senza concorso


Per ottenere dall’Europa la possibilità di spalmare il rientro dal deficit in sette anni invece che in quattro, l’Italia ha presentato un nuovo programma di riforme e di interventi oltre il 2026, anno in cui terminerà il Pnrr. Impegni che, una volta trasmessi a Bruxelles, diventano vincolanti e andranno attuati secondo le scadenze indicate. Alcuni sono decisamente impattanti sui conti pubblici. Come la promessa fatta dal governo di una «riduzione del 15% della perdita di gettito legata alle detrazioni fiscali rispetto al livello base del 2019 (49 miliardi di euro)». In pratica un taglio di 7,5 miliardi degli sconti di imposta. La scelta del 2019 come anno di riferimento per conteggiare la riduzione, probabilmente ha lo scopo di “saltare” a piè pari gli anni del Superbonus, introdotto nel 2020. Ma dove caleranno le forbici. Su tutte le detrazioni comprese quelle sui «sussidi dannosi per l’ambiente, aliquote Iva ridotte, esenzioni e modifiche delle spese fiscali legate all’imposta sul reddito delle persone fisiche». Il menù è dunque ampio. E un assaggio si avrà già con la manovra che sarà trasmessa il 20 alle Camere. Il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo, ha spiegato che ci sarà un primo taglio da un miliardo delle detrazioni. Ogni contribuente avrà un “plafond” massimo da spendere calcolato in percentuale sul reddito. La percentuale sarà più alta per i redditi fino a 50 mila euro, più bassa per quelli tra 50 e 100 mila. Da questa soglia, poi, inizierà un decalage e le detrazioni si azzereranno a 240 mila euro. Il meccanismo dovrebbe riguardare tutti gli sconti fiscali, dalle detrazioni al 19 per cento, come le spese sanitarie, i mutui, le spese scolastiche, ma anche quelle per le ristrutturazioni. Sarà però introdotto un “quoziente familiare”. Più la famiglia è numerosa, più alto sarà l’importo delle spese che si potranno detrarre. Secondo il documento trasmesso a Bruxelles, poi, nel conto dei 7,5 miliardi di tagli alle detrazioni, rientra anche la riduzione dei sussidi dannosi per l’ambiente da 3,5 miliardi di euro prevista entro il 2030.

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IL PASSAGGIO

Il documento, poi delinea la riforma delle carriere della Pubblica amministrazione alla quale sta lavorando il ministro Paolo Zangrillo. Le nuove regole prevedono che almeno il 20 per cento dei posti vacanti a livello annuale per posizioni dirigenziali siano assegnati ai funzionari più meritevoli, selezionati sulla base di un’adeguata procedura di valutazione della performance. Promozioni senza concorso, insomma. E da portare a termine già entro la fine del 2026, in tempi piuttosto rapidi. Un altro 15 per cento dei posti dovrebbe essere riservato ai funzionari che invece decidono di spostarsi da un’amministrazione ad un’altra. Nella riforma ci sarà anche altro. L’erogazione ai dipendenti pubblici di un «bonus produttività» che sarà erogato dopo il primo nuovo ciclo di valutazione della performance. Il Piano presentato all’Europa, inoltre, rivede anche gli obiettivi per gli asili nido. Il target di un posto garantito ad almeno un bambino su tre, sarà decilanto soltanto a livello nazionale. Mentre a livello regionale basterà assicurare che i posti dei nidi siano sufficienti a garantire l’accoglienza del 15 per cento dei bambini presenti nel territorio.

Vengono inoltre ulteriormente rafforzati gli obiettivi di lotta all’evasione fiscale. Al netto di sanatorie, rottamazioni e concordato biennale preventivo, l’Agenzia delle Entrate dovrà recuperare a partire dal 2027, il 5 per cento in più di somme rispetto a quelle incassate nel 2024 (14 miliardi di euro). Soglia che dovrà salire strutturalmente di un altro 10 per cento a partire invece dal 2029. Anche per la giustizia è prevista una nuova tornata di riduzione della durata dei processi. I tempi andranno tagliati 12 per cento in tutti i casi di contenzioso civile e commerciale rispetto alle durate registrate al 31 dicembre 2026. E per farlo, potranno essere prorogati i contratti di 6 mila addetti dell’Ufficio del processo assunti a tempo, fino al 2026, con i fondi del Pnrr.

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