Notizie Nel Mondo - Notizie, affari, cultura Blog Technology «Sul set ho preso una sbandata per Stefania Sandrelli. Mio figlio Jhonny la cosa più bella che mi sia successa»
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«Sul set ho preso una sbandata per Stefania Sandrelli. Mio figlio Jhonny la cosa più bella che mi sia successa»


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La vita di Jerry Calà non è mai cambiata. È ancora una «Vita da libidine». «Sicuramente — racconta al quotidiano Libero — ho la fortuna di aver scelto un lavoro per cui ho ancora passione. So bene che non tutti vanno a lavorare col col sorriso…». E lui il sorriso a 73 anni, dopo aver rischiato di morire per ben due volte, non l’ha mai perso. Jerry è stato sposato con Mara Venier, poi arrivo Bettina, un’imprenditrice veronese con la quale ha creato una famiglia con la nascita di Johnny. «Quando presi Johnny in braccio per la prima volta, giravo il reparto maternità come un pazzo dicento a tutti: questo è mio figlio. In molti avevano provato a spiegarmi l’emozione che si prova. Un figlio è davvero l’unica persona per cui un uomo potrebbe dare la propria vita».

Jerry Calà e la sbandata per Stefania Sandrelli

E Mara Venier è naturalmente la sua Zia… «Assolutamente sì. Siamo davvero come una grande famiglia. Siamo molto uniti».

Da attore, sul set ha confessato di aver perso la testa per un mito del cinema. «In uno dei primi film mi ritrovai a dover baciare Stefania Sandrelli che per me era un mito assoluto. Un po’ di sbarellamento in quel caso l’ho avuto… Avevo davanti un’icona del cinema, di bellezza e bravura. Poi tra l’altro Stefania è fantastica perché fu lei a metterci il carico da 11 mi disse: io i baci finti non li so dare, andiamo come si deve.

Io le dissi: sì sì figurati…».

Gli esordi

A Libero racconta il suo arrivo a Milano. «Sono arrivato negli anni 50 e ho iniziato lì le scuole elementari. Un periodo non semplicissimo. Fuori dalle pensioni ricordo i cartelli con su scritto: non si affitta ai meridionali. A scuola bastava che facessero l’appello. Quando arrivavano a me Calà Calogero scattava la risata generale».

Il primo riscatto fu però sempre a scuola, «quando in quinta elementare vinsi una sorta di Ambrogino per aver avuto il coraggio di concludere un tema in cui dicevo chiaro che ero siciliano e me ne vantavo… Così poi sono riuscito a prendere l’imprinting milanese, l’accento che non ho più perso». Poi arrivarono i Gatti di Vicolo dei Miracoli: «A Verona ebbi la fortuna di entrare in un liceo, il Maffei, che aveva un teatro. Sono entrato a far parte della filodrammatica e lì ho incontrato gli amici coi quali poi saremmo partiti per l’avventura de I Gatti. Veronafu una sorpresa…». 

Le sue «Vacanze di Natale»? «Ho un dicembre pienissimo che culminerà con l’immancabile spettacolo alla Capannina a Forte dei Marmi, dove ormai sono fisso da 25 anni per l’ultimo dell’anno. Quindi le mie vere vacanze di Natale le farò a gennaio».

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