Semestre da mettere negli annali della Bpm Banco Bpm con un utile netto record di 1,21 miliardi, in crescita del 61,9% rispetto allo stesso periodo del 2024 e superiore ai circa 1,16 miliardi previsti dagli analisti. I proventi operativi sono cresciuti dell’8,2% a 3 miliardi, con margine di interesse a 1,6 miliardi (-7%) e commissioni nette a 1,2 miliardi (+15,3%). Stabili (+0,7%) a 1,35 miliardi gli oneri operativi, per un rapporto cost/income sceso al 44,6% (45,2% a perimetro costante). Quanto alla solidità patrimoniale, il Cet 1 è «oltre il 13,3%, superiore rispetto al target di piano del 13% post acquisizione di Anima. E questo livello fa giustizia dei dubbi manifestati da Unicredit nel corso dell’Ops ritirata per il mancato riconoscimento del Danish Compromise. L’istituto conferma target dell’utile 2025 a circa 1,95 miliardi e prevede un acconto dividendi per il 2025 pari a circa 700 milioni (+17% rispetto al 2024), pari a una cedola per azione di 0,46 euro.
Per quanto riguarda la partecipazione al risiko di Piazza Meda ora che si è liberata della passivity rule dell’Offerta di Unicredit, nella call con gli analisti Giuseppe Castagna si è mostrato cauto. «Aspetteremo dopo il primo round di consolidamento per vedere quale sarà la situazione», ha spiegati Castagna, alle domande degli analisti che gli chiedevano di possibili mosse della banca ora che ha la libertà di movimento. «Alcune cose, per così dire, mostrano la via, come la nostra partecipazione del 9% in Mps — ha aggiunto -. Vedremo che cosa succede a Mps dopo la transazione su Mediobanca». Ma le strade di Bpm non possono prescindere dal Credit Agricole che due giorni fa ha annunciato di avere il 20,1% grazie a uno 0,3% in derivati e ha chiesto alla Bce l’autorizzazione per avvicinarsi al 30%.
«Grazie all’ops di UniCredit, il Credit Agricole ha avuto l’opportunità di salire» al 20% circa del capitale di Banco Bpm, ha precisato il banchiere napoletano. «Vedremo che cosa chiederanno come azionisti ed esamineremo in modo indipendente quale sia il meglio per i nostri soci», ha aggiunto. Comunque per future opzioni di risiko «abbiamo già 2 cose, la partecipazione del 9% in Mps» e la salita del Credit Agricole al 20% circa del capitale».
Alcune domande hanno riguardato il recente passato dei 240 giorni sotto Ops. «Non ho mai visto il golden power come un limite per i nostri azionisti. Era stata annunciata» da UniCredit un’operazione M&A «da 10 miliardi e ora già valiamo 17 miliardi», ha detto con orgoglio Castagna agli analisti che gli chiedevano se il golden power potrà limitare future opzioni di M&A per la banca. «Non credo sia un limite per un ulteriore consolidamento — ha aggiunto -. Non penso che il golden power possa avere impatti e comunque non è qualcosa che possiamo decidere». Castagna ha notato che in altri paesi d’Europa non c’è il golden power ma comunque i governi hanno modo di dire la loro nei processi di consolidamento. «Credo sia la nuova normalità».
LE STRADE MPS E AGRICOLE
Domande anche sui piani futuri di Anima, di cui Bpm ha il 98% post opa. «Lasciatemi essere un po’ prudente trattandosi di una società quotata. Quello che posso dire è che valuteremo tutte le opzioni», ha detto Castagna, interpellato dagli analisti in merito a un possibile delisting del gigante del risparmio italiano. Castagna ha spiegato che «è trascorso solo poco tempo» da quando la banca è tornata libera di muoversi per effetto del venir meno della passivity rule e che sul tema dell’acquisto delle minorities di Anima «potremo dire di più nel terzo trimestre».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leave feedback about this