23.06.2025
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Economy

«Subito nuovi aumenti, disponibili 11 miliardi per il prossimo trienno. Sui premi si cambia»


Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica amministrazione, si dice «particolarmente soddisfatto». Pochi giorni fa è stato sottoscritto il contratto preliminare della Sanità. Aumenti medi del 7 per cento per quasi 600 mila tra infermieri, tecnici di laboratorio e personale amministrativo, con punte di 520 euro al mese per chi lavora nei pronto soccorso. «È un contratto importante», spiega Zangrillo, «sia da un punto di vista salariale, ma anche dal punto di vista normativo».

Quali sono le innovazioni più rilevanti?

«È stata prestata una grande attenzione verso il personale di pronto soccorso soggetto sempre più spesso ad aggressioni. Il contratto approvato prevede il gratuito patrocinio legale, la possibilità per le aziende di costituirsi parte civile, il supporto psicologico. Tutte richieste avanzate anche da quei sindacati che non hanno firmato».

Si riferisce a Cgil e Uil. L’accordo è stato raggiunto perché un piccolo sindacato, NuringUp, ha deciso di firmare, mandando in minoranza il fronte del no?

«Ho sempre considerato la posizione di Cgil e Uil inspiegabile».

Inspiegabile?

«Sì, l’unica spiegazione possibile è la volontà di trasferire sul tavolo negoziale una posizione di tipo politico. Ma direi che alla fine si sono cacciati in un angolo da soli».

Con le Funzioni centrali, la Sanità e il comparto Sicurezza e Difesa, ci sono 1,2 milioni di dipendenti pubblici che hanno un nuovo contratto. Mancano Enti locali, scuola e tutta la dirigenza. Un altro paio di milioni di persone?

«Per Enti locali e Scuola abbiamo incontri già fissati a luglio. Anche la dirigenza è partita, ora tocca ai medici. Attendiamo l’atto di indirizzo dalle Regioni».

Gli Enti locali sembrano essere su un binario morto. Cgil e Uil hanno la maggioranza e non sembrano intenzionate a firmare?

«Il contratto degli Enti locali prevede aumenti che arrivano fino al 10 per cento. Abbiamo stabilito la possibilità per i Comuni in equilibrio di Bilancio, di poter aumentare il salario accessorio per riequilibrare le retribuzioni con quelle delle Funzioni centrali. Visto che anche Cgil e Uil dicono sempre che quel delta va ridotto, trovo francamente incomprensibile il loro rifiuto. Vorrei che mi raccontassero n quale altra occasione nella storia della Repubblica c’è stata la possibilità di dare incrementi di questo valore».

Non pensa che forse a questo punto non si arriverà a una firma?

«Non rinuncio alla possibilità di arrivare a un’intesa».

A maggio aveva detto che il tempo che si dava per arrivare a una firma era di un mese e mezzo, poi si sarebbe andati a una erogazione unilaterale degli aumenti. Il termine scade a metà luglio.

«È il tempo che mi sono dato. Diciamo che spenderò queste settimane per arrivare a un’intesa sindacale. Proverò a coinvolgere anche l’Associazione Nazionale dei Comuni per avere un supporto di argomentazioni per centrare l’obiettivo».

Pensa che l’Anci l’aiuterà?

«Penso sia interessata quanto me ad arrivare alla firma del contratto per i dipendenti comunali».

Poi c’è la scuola. Oltre 1,2 milioni di persone. Che tempi ci sono per arrivare all’intesa?

«È un contratto complesso, e l’atto di indirizzo è arrivato da poco. Ma le prime interlocuzioni con i sindacati hanno evidenziato una disponibilità al dialogo».

Il governo ha già stanziato 11 miliardi per i contratti del prossimo triennio. Sanità e Funzioni centrali hanno chiuso le intese del 2022-2024, possono partire subito nuove trattative?

«Ci stiamo già muovendo in questa direzione. La settimana scorsa abbiamo chiuso l’accordo sui comparti con i sindacati, il primo atto per riavviare i tavoli».

Quando arriveranno gli atti di indirizzo?

«Dopo le ferie, alla fine di settembre. E a ottobre potremmo già iniziare le trattative, una volta che saranno certificati i dati della rappresentanza sindacale. In tempi brevi potremmo arrivare a nuovi aumenti del 2 per cento l’anno. Credo che la continuità contrattuale sia un procedimento virtuoso».

Qualche mese fa il governo ha approvato in consiglio dei ministri un disegno di legge sul merito nel pubblico impiego. Se ne sono perse le tracce, che fine ha fatto?

«Il testo ha avuto un passaggio importante dieci giorni fa in conferenza unificata. Adesso sarà riapprovato al prossimo consiglio dei ministri per essere poi immediatamente trasmesso in Parlamento per l’esame».

Il testo contiene innovazioni come il passaggio alla dirigenza dei funzionari senza il concorso e una soglia massima del 30 per cento di promozione a pieni voti nelle valutazioni annuali. Quando entreranno in vigore queste norme?

«L’obiettivo è di approvare il provvedimento entro la fine di quest’anno, in modo da renderlo operativo dal 2026».

Intanto quest’anno si va verso una manovra di bilancio complicata anche dalla necessità di dover finanziare le spese per la Difesa. Un anno fa il settore pubblico fu chiamato a contribuire ai conti con un blocco parziale del turn over. Si attende sacrifici anche quest’anno?

«Spero di no. Ma è presto per dirlo».

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