Politics

«Su Kiev non cambiamo idea»


Un saluto, un abbraccio e appena il tempo di confermarsi stima e sostegno, al di là dell’assenza “fisica” di oggi di Giorgia Meloni alla riunione dei principali Paesi occidentali, quelli del G7 e del gruppo Compact. A margine dei lavori per il 79esimo Assemblea generale dell’Onu, a Volodymyr Zelensky la premier ha ribadito di nuovo che l’Italia era e resta«al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario». «Non c’è nessun cambiamento» dirà qualche ora più tardi ai giornalisti, reclamando il ruolo di partner «serio e affidabile, non cambiamo posizione come cambia il vento» ritagliato da Roma. Una convinzione abbondantemente filtrata pure dal manifesto del neo-conservatorismo scandito dalla presidente del Consiglio all’Atlantic Council nella notte tra lunedì e martedì e apprezzato — a quanto trapela — anche da Zelensky che su X non ha mancato di dirsi «grato nei confronti di Giorgia» e che nel suo discorso in Assemblea ha usato toni tutto sommato paragonabili («Vladimir Putin ha rubato molto, ma non ruberà il futuro del mondo»). «Difendiamo l’Ucraina perché conosciamo il caos di un mondo in cui prevale la legge del più forte» aveva detto Meloni tra gli applausi della platea dello Zegfeld Theatre di Manhattan che l’ha accolta per il Global citizen award poche ore prima dell’incontro con il presidente ucraino, enfatizzando concetti che saranno anche perno dell’intervento che ha tenuto nella notte (attorno alle 4 del mattino italiane) davanti a tutti i rappresentanti delle Nazioni Unite riuniti al Palazzo di vetro. Non a caso, spiegano fonti diplomatiche di rilievo, nel breve confronto con Zelensky non è stato affrontato esplicitamente il tema delle armi nostrane. Non solo. Meloni smentisce le voci: «Capisco che si si cerchi di sostenere tesi anche contro l’evidenza, la riunione è stata spostata su richiesta degli Usa, noi parteciperemo in call. Non credo sia utile alla nazione cercare di raccontare un’altra storia».

LE RASSICURAZIONI

A Roma Kiev continua a «non chiedere più di quello che già sta facendo», e cioè di sostenere le infrastrutture energetiche del Paese in vista dell’inverno (e il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha fornito ampie rassicurazioni in merito durante il G7 energia tenuto lunedì proprio nella Grande Mela) e completare la consegna dei Samp-T promessi all’interno del nono pacchetto di aiuti varato ormai mesi fa. Punto, quest’ultimo, su cui la premier ha offerto rassicurazioni garantendo che i «problemi tecnici» di approvvigionamento che hanno rallentato la pratica sono ormai stati risolti. D’altro canto nella consapevolezza che l’Italia non abbia poi tanto da offrire in termini di armamenti, Zelensky “si limita” a spingere affinché l’Italia non finisca con il porre perplessità eccessive o veti sulle eventuali scelte dei Paesi alleati (specie degli Usa o del Regno Unito) di autorizzare l’utilizzo di missili a lungo raggio in Russia. Divieto che comunque il presidente americano Joe Biden non ha alcuna intenzione di eliminare durante una campagna elettorale in cui il tema ucraino può diventare determinante, nonostante una certa “flessibilità” di uso che potrebbe essere accordata alle forze armate di Kiev in gran segreto.

LA BUSSOLA

L’idea che la «pace duratura» perseguita da Zelensky derivi solo da una situazione di stallo imposta sul terreno, resta insomma la stella polare utilizzata da Meloni per muoversi in una situazione che ha assunto inevitabilmente contorni scivolosi sul fronte interno. In primis a causa dei sondaggi che continuano a mostrare una certa insofferenza degli italiani rispetto ad una guerra ben lontana da una risoluzione, in secondo luogo per la differenza di visione che la Lega non perde occasione di manifestare all’interno del centrodestra. Ed è per questo che, anche mediaticamente, la strategia del governo è quella di puntare molto sulla Conferenza per la ricostruzione che il prossimo anno sarà ospitata dall’Italia. Evento, la Ukraine Recovery Conference del 2025, la cui portata simbolica dovrebbe essere confermata proprio oggi nel corso della riunione convocata Joe Biden a cui Meloni prenderà parte in video-collegamento a causa di impegni pregressi che non le consentono di restare negli Stati Uniti. «A Roma o a New York», garantiscono i suoi, «per noi non cambia nulla».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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