Scatta la rivoluzione in Stellantis. L’ad Carlos Tavares è pronto a cambiare molti manager della prima linea dopo i risultati non proprio esaltanti dell’ultimo semestre del gruppo automobilistico. Lo farà nel corso del cda convocato d’urgenza per oggi. L’obiettivo, almeno teorico, è quello di dare un segnale di forte discontinuità. Che potrebbe non essere comunque sufficiente ad invertire la rotta. Del resto il calo della produzione in Italia (-34 per cento, con una quota del mercato scesa al 24 per cento) e, soprattutto, delle vendite in Usa, hanno fatto scattare più di un campanello d’allarme. Non è chiaro se a pagare il prezzo saranno i responsabili dei brand o altre figure apicali del gruppo, di certo qualche testa cadrà.
IL PERCORSO
La scelta di Tavares, che avrebbe ottenuto anche l’avallo della proprietà, mira a far cambiare passo al colosso dell’auto alle prese con una crisi che attanaglia tutto il comparto, messo sotto pressione dalla concorrenza cinese e dai vincoli della transizione green. Da Volkswagen a Ford, da Mercedes a Bmw, i “profit warning” sui conti per il calo dei ricavi, hanno interessato tutti i protagonisti europei del settore. Fa eccezione solo Renault che, guarda caso, è stata accostata più volte proprio a Stellantis nel progetto di una ipotetica fusione, tra l’altro seccamente smentita da Tavares.
Sia come sia la mossa del top manager era in qualche modo obbligata per recuperare terreno anche alla luce della lettera non proprio amichevole dei concessionari del gruppo che hanno duramente contestato la strategia dell’azienda, esplicitata dall’ad, sul fronte della stretta green. Una strategia favorevole al mantenimento delle attuali scadenze per l’addio all’auto con motore termico. I concessionari auspicavano invece, viste le difficoltà del mercato ad assorbire le auto elettriche, in una visione diversa.
Nel cda di oggi il piatto forte sarà poi quello legato al dossier Usa e agli sforzi per rilanciare il gruppo negli Stati Uniti, dove le vendite sono in calo, le scorte elevate e si registrano molte uscite fra i manager. Il consiglio potrebbe, infine, affrontare il nodo della successione al vertice. Anche se non ci sono piani per un immediato cambio di leadership. Il contratto di Tavares, uno degli artefici della fusione fra Fca e Psa, scade comunque nel 2026. Tavares dopo il consiglio di amministrazione volerà a Roma per un’audizione in Parlamento sulla crisi dell’automotive e di Stellantis che si terrà domani.
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